13 aprile 2010

- LA SQUADRA E IL COMPASSO.

In sintesi, possiamo sostenere che mentre la Squadra raffigura la rettitudine nell’azione, il Compasso simboleggia la misura della ricerca; proviamo però a cambiare il punto di osservazione, cercando di studiare la loro interazione. Nei lavori in Grado di Apprendista la Squadra copre le aste del Compasso perché in questo Grado non si può chiedere al neofita che sincerità e fiducia, conseguenze naturali della dirittura e della rettitudine che lo hanno fatto ammettere fra i Liberi Muratori. Alla Squadra, strumento passivo e ricettivo che ci consente di controllare il lavoro svolto sulla pietra, che da grezza sta diventando cubica, possiamo anche accomunare l'immagine della Materia; al Compasso, strumento attivo che sotto la guida del nostro pensiero ci consente di modificare la materia, possiamo invece collegare il concetto dello Spirito. Partendo da questa nuova rappresentazione dei due simboli, possiamo cercare di interpretare la posizione che hanno assunto in questo Grado nel quale la Materia prevale ancora sullo Spirito: siamo all’inizio del nostro cammino iniziatico e i rumori della profanità non ci hanno ancora abbandonato. Tenendo ben presente la loro interazione - perché muterà nel nostro percorso spirituale, esprimendo la nostra crescita, i nostri cambiamenti, i nostri pensieri - possiamo fare subito un passo avanti: riflettendo su Materia e Spirito, si può infatti sostenere che la Materia si associa alla Terra mentre lo Spirito si lega al Cielo. In questo modo i due simboli ci ricordano l’indissolubile legame fra Materia e Spirito, fra Terra e Cielo; lo stretto legame fra macrocosmo e microcosmo. Poiché nell'Officina ogni simbolo, ogni nostro movimento ed ogni nostra postura non sono frammenti del caos ma elementi determinati dalla “necessità” del Rito, abbiamo la forza di affermare che queste sono alcune delle ragioni per cui questi due simboli sono posti sopra il Libro della Legge Sacra. I due simboli associati ci esortano a rimanere nei limiti del ragionevole: essi si riferiscono infatti ai doveri del Libero Muratore verso il Mestiere e verso se stesso, ricordandogli che lo Spirito non esiste senza la Materia, né questa senza quello, ed invitandolo ad evitare tutti gli estremi, che possono far cadere nel materialismo o in una forma di eccessivo misticismo. Per questo motivo i due simboli sono dei Moniti, dei "promemoria" che ci ricordano con i loro messaggi le ragioni della nostra libera scelta, una scelta che ci impone un lavoro continuo, duro e faticoso per cercare di migliorarci. Il Libero Muratore vive, così, “fra la Squadra e il Compasso”.
Enzo Heffler

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