30 dicembre 2010

- ARCANA ARCANORUM SCALA di NAPOLI


Nel 1614, il medico ed alchimista Michael Maïer (1568 - 1622) aveva intitolato il suo primo libro Arcana Arcanissima. Quest'opera era dedicata al medico inglese William Paddy, amico di Robert Fludd. Nel XVIII° secolo, l'espressione arcana arcanorum si incontra nella letteratura rosacrociana, ad esempio nei Simboli segreti di Altona, pubblicati nel 1785 e 1788. Dopo la fine del XVIII° secolo, l'espressione Arcana Arcanorum designa dei materiali, insegnamenti e rituali, dai quali Cagliostro attinse nel corso dei suoi numerosi viaggi negli Ordini iniziatici d'Europa. Il suo insegnamento non evocava gli Arcana Arcanorum , ma il Secreto Secretorum (il Segreto dei Segreti), che significa la stessa cosa. Insegnamenti e rituali sorti da questi materiali sono rivelati al vertice di numerosi Ordini iniziatici in forme diverse. Rimessi l'8 ottobre 1816 al Grande Oriente di Francia, un compendio dei quattro ultimi gradi del Rito di Misraïm è presentato il 20 novembre 1816 ai cinque membri di una commissione d'esame. Redatto in italiano, ha per titolo arcana arcanorum . Questi Arcana Arcanorum furono importati dall'Italia verso il 1816, dai fratelli Joly, Gabboria e Garcia che li avevano ricevuti nel 1813. Furono introdotti nel Rito di Misraïm, in parallelo ai quattro ultimi gradi, dal 87° al 90° , che non presentavano fino a quel momento alcun aspetto operativo . La composizione degli Arcana Arcanorum Nel XVIII° secolo, i circoli di adepti si applicavano allo studio di tre campi distinti, ma in permanente interrelazione: a) Un sistema teurgico di invocazione del Santo Angelo Custode o di una pluralità di angeli con dei riti, dei talismani, dei sigilli o altre tecniche. Lungi dall'essere fine a se stessa, questa evocazione segna l'inizio di un percorso. Beneficiando dell'assistenza dell'Angelo custode o degli angeli evocati, l'iniziato intraprende dei processi di trasmutazione, attraverso l'alchimia metallica o l'alchimia interna. b) Una pratica dell'alchimia metallica di laboratorio. I testi che mi è stato possibile consultare lavorano con l'antimonio. c) Una pratica delle alchimie interne, utilizzando i processi e le qualità sostanziali del corpo fisico considerato come Athanor . Ogni fattore, ogni tappa dell'alchimia metallica trova le sue corrispondenze nel corpo dell'adepto. Questo effettua un andirivieni permanente tra l'Opera esteriore e l'Opera interiore. Come il lettore potrà costatare nello studio del quaderno che segue, gli Arcana Arcanorum presenti nell'ambiente massonico non considerano che l'aspetto teurgico. Tuttavia, molti gradi del Rito di Misraïm insegnano l'alchimia metallica e la chiave delle vie interne sarebbe rappresentata nell'addobbo della Loggia nei quattro ultimi gradi del Regime di Napoli. La Massoneria egiziana e gli Arcana Arcanorum per Cagliostro, esisteva una continuità tra la “massoneria egiziana” ed i riti teurgici. La prima non era che una rappresentazione simbolica dei secondi. L'iniziato dei riti egiziani, preparato dal suo lavoro massonico, poteva passare alle tecniche teurgiche con la sensazione di una continuità naturale. Un rito come quello di Misraïm nacque sotto la forma di un sistema puramente cabalistico, senza gli Arcana Arcanorum che furono innestati in parallelo ai suoi ultimi gradi qualche anno più tardi, dopo il loro arrivo dall'Italia.
L'89° grado del rito di Misraïm propone il programma seguente: “ Si dà in questo grado, che si può chiamare l'ultimo della Massoneria del Rito di Misraïm, una spiegazione ampliata dei rapporti dell'uomo con la divinità, attraverso la mediazione degli spiriti celesti. Questo grado, il più stupefacente di tutti, esige la più grande forza d'animo, la più grande purezza di costumi e la fede più assoluta… La parola di passo è Uriel, nome di uno dei capi delle legioni celesti, che si comunica più facilmente agli uomini ”. Cosa sono diventate le istruzioni (orali?) che sviluppavano questo programma? Affronteremo forse questo argomento un'altra volta. Syllabus n° 1 – Segreti del Rito Capitolo I: Tegolatura ufficiale dei quattro ultimi gradi del Rito di Misraïm o d'Egitto. Gradi 87, 88, 89 e 90Regime di Napoli – “Arcana Arcanorum”. Grado 87 – 4 a serie – 17 a ed ultima classe. Sublime Principe della Massoneria – gr .^. ministro costituente grande regolatore generale dell'ordine – capo della prima serie (gr .^. 1 a 33). Riferimenti : cav. Ragon, Tegolatura Generale, Parigi, Collignon 1861, pp. 305-306. Tegolatura manoscritta, 1778, su pergamena. Grado di : L'unità filosofica con il Cosmo. Addobbi: Questo grado esige tre Templi: a) un tempio nero, illuminato da una sola candela, velata da una lanterna cieca. b) un tempio verde, illuminato da tre fiaccole disposte a triangolo. c) un tempio rosso (violaceo), illuminato da 36x2=72 candele. Simboli: Soltanto il terzo Tempio porta ad Oriente un simbolo della divinità: un triangolo luminoso con la Tetractys simbolica. Batteria: un solo colpo (O) Parole sacre: Domanda: «Io sono», risposta: «Noi siamo». Parole di passo: domanda: «Natura»; risposta: «Verità». Era : la prima del Mondo. Cordone: viola, bordato d'amaranto. Segno: alzare le mani verso il cielo, ad ipsilon, gli occhi in ammirazione, per rendere grazie al Dio unico. Titolo: Ven.bile Saggio-Presidente Ora: i lavori si effettuano dalla prima ora del giorno alla prima ora della notte. Toccamento: prendersi vicendevolmente le due mani, con le braccia incrociate. Abiti rituali: niente mantello. Ricamare sul cordone le lettere g .^. p .^. d .^. s .^. g .^. c .^. d .^. s .^. p .^. d .^. 87°grado. Sigillo: due quadrati formanti triangolo con un punto nel centro. Capitolo II: Insegnamento Tradizionale degli ultimi Quattro Gradi 1. Nota. Come detto molto giustamente dal cav. Ragon, i quattro ultimi gradi del Rito di Misraïm formano una sintesi di tutta la Massoneria e sono tali da soddisfare lo spirito di ogni massone istruito. Non hanno nulla in comune con i quattro ultimi gradi del sistema di Bédarride, che non apporta alcuna rivelazione sistematica ed ordinata dei misteri cosmici. 2. GRADO 87 a) I tre Templi successivi vanno dall'oscurità alla luce. · Il primo è nero, in quanto ricorda le origini della vita sul nostro globo, dove il caos portava in sé i germi di tutte le creature. Il Sole feconda poco a poco questo caos oscuro e ne fa scaturire le prime forme di vita. n.b. – L'iniziato ha anche attraversato questa prima fase di oscurità in quanto è stato prima contenuto e nascosto nel ventre di sua madre durante la sua vita fetale e, per venire alla luce, ha dovuto, ad un certo punto, uscire da questa prima oscurità. · Il secondo è verde, in quanto ricorda la prima vegetazione apparsa sulle terre emerse quando il caos fece posto ad un cosmo organizzato. Verde è il colore della speranza, in quanto la vegetazione porta in sé la speranza del raccolto d'estate e dei frutti dell'autunno. n.b. – L'iniziato è un «uomo di desiderio», cioè di speranza in un giusto destino della sua vita. Osserviamo che le tre fiaccole simboleggiano l'effluvio vivificatore che percorre tutto il cosmo sui tre piani: materiale, astrale e spirituale. · Il terzo è rosso/violaceo: in quanto l'opera cosmica è compiuta quando il fuoco cosmico genera in permanenza i suoi germi di vita e lancia le anime sulla terra. n.b. – Una volta illuminato, l'iniziato diventa radiante e riversa sugli altri una radiazione benefica. Arde di bontà, di carità, d'altruismo. «Zelus tuus devoravit me». b) La batteria ha un solo colpo in quanto non c'è che una sola armonia cosmica, percettibile dal libro della natura, che ci rivela il piano divino, la sua armonia, il suo irradiamento d'amore. Ci si identifica allora con tutto ciò che vive. Natura dà Verità, e questa dà quel sentimento di unità: Io sono- Noi siamo. c) L'era è la prima del mondo in quanto ricorda l'origine della nostra vita cosmica: Ordo ab Chao. d) L'ora: la prima, ricorda anche questa «genesi», questo inizio, questo punto di partenza. e) Per l'uomo, vi sono il campo materiale ed il campo spirituale, strettamente uniti ed inseparabilmente coniugati in lui: da questo quei due quadrati simbolici, con un punto nel centro, indicante l'unità del nostro essere, fatto sia di carne che di spirito. f) Il segno è strettamente pitagorico: formare con le braccia tese verso l'alto la lettera maiuscola Ipsilon (Y), chiamando l'infinito con le due braccia alzate. È la posizione classica della preghiera più efficace (cfr. i bronzi greci indicanti un efebo in preghiera). g) Le settantadue candele formano due gruppi di trentasei luci. In quanto vi sono due quadrati da illuminare: quello che rappresenta il corpo e quello che rappresenta l'anima. Trentasei è il numero della Tetractys pitagorica, in quanto comporta il cubo di 1 (1), il cubo di 2 (8) ed il cubo di 3 (27); 1?=36. Nota generale : l'87° grado insegna all'iniziato a porsi nel suo centro naturale, il macrocosmo; deve percepirne l'evoluzione (dal caos all'ordine, e dal nero al rosso passando attraverso il verde), coglierne l'unità e vivere in unione con tutto ciò che vive attorno a noi ed in noi. Bisogna tendere le braccia alla Luce ed essere in risonanza con la Vita divina nell'universo. 3. GRADO 88. a) Il Sole che brilla al centro di un mondo ovale ci ricorda il nostro posto nella natura manifestata. Tutto vi germoglia, tutto è verde, tutto è chiamato ad una più grande perfezione; ma attenzione tuttavia, non bisogna essere abbagliati da una luce troppo viva; la verità non brilla con un solo baleno folgorante. È al contrario una scienza progressiva che si assimila dolcemente, con prudenza e saggezza. Da qui il principio della riflessione, che protegge l'occhio sensibile da una luce troppo viva. Anche gli Illuminati di Baviera adottavano questo segno simbolico all'apertura del loro grado di Minerval e questo segno è la prima parte del segno segreto dei Martinisti. È una chiave universale che ci ricorda efficacemente la modestia del Saggio, la semplicità di cuore dell'iniziato che avanza verso la Luce, senza temerarietà e senza arroganza. b) La parola sacra «Zao», che in greco significa «io vivo», ha dunque un profondo significato. Molti credono di vivere, ma in realtà non vivono realmente in quanto passano su questa terra senza vederla e senza capirla. L'iniziato, al contrario, non è più un profano, non è più un cieco. Vede tutte le cose, percepisce le magnetizzazioni più segrete del cosmo e vive in armonia con lui.
c) Molto interessante è il simbolo del mantello azzurrino che l'adepto riveste in questo grado. È contemporaneamente una barriera protettrice contro gli attacchi esterni ed il guscio di un uovo mistico in cui l'iniziato si rinchiude su se stesso, riceve le onde cosmiche e fa germogliare in sé la messe spirituale. La tradizione del mantello è ellenica e pitagorica. È l'abito classico del filosofo. In lui vibrano la corrente solare ed il suo peplo è azzurro in quanto percepisce l'armonia delle sfere nascoste nell'azzurro dei cieli. Eliminiamo in noi ogni oscurità. Con la meditazione profonda, ascoltiamo l'invisibile parlare in noi. Nota generale : L'88° grado ci fa partecipare interiormente all'onda vitale del cosmo o macrocosmo. Apriamo i nostri occhi interiori e percepiamo ciò che il profano ignorerà sempre. grado 88 – 4 a serie – 17 a ed ultima classe Sublime Pontefice della Massoneria – sovrano gran patriarca, gran ministro costituente -capo della seconda serie (gr .^. 34 a 66) Grado: del Microcosmo. Addobbi: Il Tempio è di forma ovale, i parati di colore verde (verde acqua). Simbolo: Un Sole radiante (Helios- Aktinas- Ballôn). Dignitari: Su un trono, all'oriente, il Gr.^. Presidente. Alla sua destra, ai suoi piedi, il Gr .^. Referendario – Gr.^. Oratore. Batteria: Con la mano, battere tre colpi uguali (O O O). Parola sacra: Balbek (o) Heliopolis (città del Sole). Era: nessuna Ora: nessuna Segno: Detto di riflessione: aprire la mano sinistra sulla fronte al di sopra del sopracciglio sinistro. Toccamento: Prendersi le braccia in Catena d'unione. Abito rituale: Mantello e cordone di colore azzurro. Sul cordone, ricamare le lettere s.^.p.^.d.^.s.^.c.^.d.^. 88° grado. Grado 89 Sublime Maestro della Grande Opera – sovrano gran patriarca, gran ministro costituente -capo della terza serie (gr.^. 67 a 77) Grado: Del Mediatore, cioè del legame vivente tra il visibile e l'invisibile, tramite la mediazione degli spiriti celesti. Tempio: rosso Parola di passo: Uriel (o Hephaïstos). Parole sacre: Iehovah (o Zeus). Segno: detto d'intrepidezza: toccarsi mutualmente il cuore, con il medio della mano destra. Parola d'ordine: «Il mio cuore non trema». Batteria: nessuna Abito rituale: un mantello bianco ed un cordone rosso-fuoco, orlato di nero. Grado 90 Sovrano Gran Maestro Assoluto, capo della quarta serie (gr.^. 78 a 90) del concistoro della saggezza suprema. Addobbi: Tempio di forma rotonda, rappresentante le terre dell'universo ed il nostro mondo. Parola di passo: Sophia (Saggezza). Parole segrete: Dire «Osiris» dopo aver sentito dire «Isis». Acclamazione: tre volte «Fiat». Veste rituale: grembiale e cordone bianchi. Sul grembiale, dipingere: la luna, il Sole, sette pianeti, un uovo alato, una palma a sinistra ed una scala a destra. Sul cordone, dipingere: la luna, il Sole, sette stelle, l'ouroboros (serpente che si morde la coda), Janus, due mani unite, le parole «Nulla al di là; pace agli uomini». Sigillo segreto: Al centro, un triangolo con un punto nel centro; una Ipsilon pitagorica formante i raggi che escono dal triangolo; il tutto in un quadrato, contenuto in un altro, il tutto in un triplice cerchio. Parole d'apertura : «Pace agli uomini». 4. GRADO 89. Qui, si cambia il mantello azzurro con uno completamente bianco, in quanto si va ora a toccare e percepire il mondo angelico che prolunga il nostro mondo nell'invisibile e lo riallaccia al centro ineffabile di ogni esistenza. Uriel, che è una parafrasi di Héphaïstos, è l'angelo del fuoco, in quanto il fuoco è il grande legame tra l'invisibile ed il visibile. Prima con i fuochi sacri, fiamme viventi che animano una tornata rituale; poi con il fuoco spirituale, che raggiunge l'anima e la trasporta con le delizie dell'unione con la sua fonte ineffabile. Questa osmosi tra i mondi spirituali e noi esiste: il discepolo che vi partecipa non ha nulla da temere da lei. Da cui la parola d'ordine: «Il mio cuore non trema». Ma guai al profano, all'apprendista stregone che cercasse di mettere in moto le potenze che intuisce e non ha il diritto di asservire: sarà stritolato come Prometeo. Il cordone ha il colore del fuoco; il suo orlo è nero, in quanto il fuoco spirituale viene a visitare il nostro essere materiale, ancora legato al ciclo della materia. Nota generale: Ragon ha molto giustamente detto di questo grado: «È il più stupefacente ed il più sublime di tutti, esige la più grande forza d'animo, la più grande purezza di costumi e la fede più intrepida». 5. GRADO 90. L'ultimo grado del Regime di Napoli della Massoneria Egiziana forma il Concistoro della Saggezza. È la conclusione, il risultato di tutta una evoluzione interiore, il coronamento di tutto il lavoro iniziatico. La parola di passo lo dice: Sophia, nome greco che significa «saggezza». Ecco il fine raggiunto al termine del lavoro dal vero iniziato. Egli ha scrutato, pesato, studiato, confrontato, sperimentato e capito. Egli coglie contemporaneamente: a) la vita cosmica dov'è integrato; da cui il decoro astronomico del grado. b) la dualità dell'universo, simboleggiata nel primo grado dalle colonne B.^. e J.^. e nell'ultimo grado dalle due polarità cosmiche simboleggiate dalla Luna (Iside) e dal Sole (Osiride). c) la sola condizione umana della felicità umana: la pace tra gli uomini (da cui il rito d'apertura e l'acclamazione «Fiat», che questo augurio di pace realizza. «Pace agli uomini – Fiat». L'iniziato è persuaso di questa necessità e collabora a tutto ciò che può portare gli umani ad una mutua comprensione e ad un'intesa fraterna. Armonia nel cielo, armonia nei cuori, pace su questa terra: questa è la filosofia del Rito. d) l'interdipendenza di tutto ciò che esiste: da cui il meraviglioso sigillo segreto del Rito dove sono richiamati insieme la radiazione divina (triangolo con il punto), le due vie dell'uomo (Ipsilon in raggi), le opere della materia e quelle dello spirito (due quadrati incastrati), l'ultima interpretazione dei tre mondi (i tre cerchi concentrici). È un simbolo completo, razionale, ricco di rivelazioni. Il grembiale autentico del grado è molto rivelatore, anche lui. L'uovo alato insegna insieme la nostra generazione, un ovulo uscito dalle ali dell'anima immortale, e l'origine del nostro mondo, il caos, già così ben descritto nelle tradizioni sacerdotali dell'antico Egitto. Occorre qui ricordare l'uscita dell'uovo solare fuori dalle acque dell'abisso primitivo e quella nascita di un mondo organizzato fuori dal caos «antico e primitivo» secondo la teologia di Hermopolis. La scala, che sale verso il Sole, ci dà i gradi dell'ascesa personale, che deve sfociare nell'unione con l'ineffabile. La palma, carica di frutti, guarda verso la Luna, in quanto è il simbolo dei frutti della terra, nati dall'opera fecondante del Sole. In quanto all'ouroboros ellenico, ricorda l'unità del mondo: en to pan. Nota generale : Il 90° grado è il risultato logico di ogni studio iniziatico. Dà delle lezioni filosofiche della massoneria una sintesi ammirevole, una chiara conclusione. L'iniziato conosce la sua vera collocazione in seno all'universo vivente. Ne conosce i limiti, le schiavitù e la grandezza. Non ha da modificare ciò che è, se non la sua volontà. Deve interrogarsi davanti al piano cosmico dov'è integrato. Ne percepirà allora la magnetizzazione segreta, la vita occulta, la gioia spirituale, ciò che Pitagora chiamava «l'armonia delle sfere». Non è forse questo, alla fin fine, il solo, ammirevole, lo scopo reale di ogni iniziazione? Nota storica. Prima di noi Ragon ha già indicato quanto il Regime di Napoli ha di personale, di speciale, di originale. Il Misraïm di Napoli costituisce da solo una scuola autonoma, ricca di tradizioni segrete, di verità nascoste e di tesori spirituali. Ha in modo evidente origini egitto-greche. Le sue parole sacre ed i suoi insegnamenti lo dimostrano. Si tratta di tradizioni anteriori alla Cabala e di cui questa ha talvolta riprodotto l'eco. Misraïm è dunque un Rito che merita di essere conosciuto e che può dare ad uno spiritualista grandi illuminazioni e le più immortali speranze. Nota supplementare. Evitiamo qualsiasi confusione tra il Rito originale ed antico, che è quello di Misraïm, e le copie che ne furono fatte al momento della creazione dei Riti di Memphis o di Memphis-Misraïm. Queste copie sono posteriori e molto disorganiche. Persino il sigillo di Memphis è una volgare amplificazione del sigillo di Misraïm che racchiude nel suo centro. Syllabus n. 2 Note sulla tradizione egitto-greca del rito Nota generale: L'insegnamento iniziatico si trasmette tradizionalmente «da bocca ad orecchio» e per mezzo di simboli esoterici. Allo stesso modo che la scrittura egiziana comportava diversi gradi di significato andando dalla redazione demotica a quella tramite geroglifici, così certi simboli tradizionali sono suscettibili di diversi significati. È evidentemente la più segreta di tutte che insegnano gli Ordini iniziatici. La storia ci evidenzia l'origine egiziana della maggior parte delle tradizioni greche. Da un lato, tutte le guide e gli istruttori sociali delle diverse comunità greche si recano preliminarmente in Egitto per esservi iniziati e formati per la loro missione (Solone, Licurgo, Talete, Pitagora, Platone, Plutarco, ecc.); dall'altro la parte essenziale delle tradizioni esoteriche è rigorosamente di origine egiziana come dice Plutarco ed afferma Erodoto. Ne deriva che esiste un fondo comune di tradizioni egitto-elleniche che costituiscono la vera iniziazione. Nello sviluppo delle civiltà, questa corrente si ritrova in diversi paesi: sia tramite il pitagorismo ed il neopitagorismo, sia tramite l'essenismo o sincretismo alessandrino, sia anche tramite certi filosofi arabi. Misraïm non è dunque un elemento nuovo nella storia dell'iniziazione antica tradizionale. È soltanto una delle branche di questa tradizione le cui radici sono egiziane ed il tronco ellenico. Sfortunatamente per questo Rito, non è che nei suoi quattro ultimi gradi del Regime di Napoli (87, 88, 89 e 90) che la corrente tradizionale si scorge in modo irrefutabile. Pur chiamandosi «Rito d'Egitto», l'Ordine di Misraïm classico è, nei suoi altri gradi, essenzialmente cabalistico e Ragon lo chiama per questa ragione «Ordine giudaico di Misraïm». La maggior parte dei suoi propagatori erano degli israeliti praticanti ed hanno dato uno sviluppo, che si può capire, alla parte cabalistica. Ma hanno dimenticato che la Cabala è, storicamente, un elemento relativamente recente, posteriore alla tradizione egitto-ellenica i cui segreti sono millenari e si ritrovano nella cabala in modo evidente. Lo si deduce quando nella maggior parte dei gradi inferiori all'87°, molte tradizioni cabalistiche sono in realtà una ripetizione o un'amplificazione di insegnamenti anteriori egitto-ellenici. 1. Note sull'87° grado Tradizione egitto-greca sulla storia del Cosmo vivente e sull'origine del nostro mondo: a) Esistono nella tradizione egiziana primitiva diverse leggende simboliche sull'origine del Cosmo. Il papiro magico Harris narra (6,10 ss) che vi fu inizialmente un'acqua scura e primordiale, il Noun . Ne uscì un'isola, e su questa un uovo mistico da cui uscì un'oca solare; la luce nacque con lei. L'uccello divino s'invola pigolando, prende il suo posto nel cielo, inonda il mondo con i suoi raggi; subito l'oscurità primitiva fa posto al giorno, il silenzio del mondo cessa; il cielo feconda la terra. Un'altra versione di questo avvenimento cosmico ci è data da una traduzione di Kees (Zeitschrift fur agyptische sprache und altertumskunde, 57, 116 ss) ; è da un fiore di loto che il giovane sole sarebbe uscito dall'acqua primordiale. b) Si verifica allora tutta un'evoluzione: il caos primitivo lascia il posto ad un universo organizzato; il cielo e la terra che erano un tutt'uno si separano, la dea del cielo, Nut, che era coricata con il suo sposo Geb, dio della terra, è sollevata dal dio dell'aria, Shu, che è loro padre, scena che è spesso rappresentata dagli artisti dell'Antico Impero. c) Il sole diventa allora il trionfatore universale: il suo occhio di fuoco dissolve ogni tenebra ed ogni esistenza ribelle, gli si erigono dei templi elementari durante le prime dinastie: questi templi sono aperti, un obelisco vi attira la forza divina. Vi sono dunque tre fasi in questa evoluzione del Cosmo vivente. L'87° grado corrisponde molto esattamente a questi tre stadi; i suoi tre templi successivi sono rigorosamente conformi alla leggenda tradizionale. Il tempio nero è appena illuminato da una sola candela racchiusa in una lanterna cieca che ne attenua la debole luce: troviamo qui l'immagine sensibile del Caos oscuro ma dove vi è già una speranza, un germe di vita. Il tempio verde mostra il sorgere della vegetazione. Il tempio rosso, il trionfo delle forme della vita universale grazie all'azione benefica dei vivi raggi solari. Questi decori sono dunque autenticamente egiziani ed è il caso di rilevare che quando questi rituali furono stabiliti, i geroglifici non erano ancora conosciuti né decifrati. È dunque impossibile attribuire il Rito di Misraïm a semplici volgarizzatori posteriori alla scoperta di Champollion. L'antichità e la realtà della tradizione egitto-greca attraverso le epoche è così chiaramente dimostrata. Quando l'alfabeto egiziano sarà decifrato, si vedrà con sorpresa, durante il primo esame dei papiri autentici, che la tradizione dell'Egitto antico si ritrova nel Rito di Misraïm che è dunque realmente un rito d'Egitto, poiché la sua tradizione orale corrisponde fedelmente alla traduzione manoscritta che non sarà rivelata che molto più tardi. Osserviamo inoltre che la Grecia che ha ricevuto, anche lei, la tradizione egiziana, l'ha ripresa ed ampliata in forma figurata nel Timeo di Platone dove è descritta matematicamente l'azione divina che fa passare il mondo dal caos all'ordine. Pochi massoni, anche istruiti, sanno che il loro motto « Ordo ab Chao » è ben anteriore al cristianesimo poiché ha per autore Platone stesso (Timeo, 29°-30 a). D'altra parte, l'uomo è nato «per conoscere l'essenza della natura» ha scritto il pitagorico Archita di Taranto, che fu il professore di Platone (frammento metafisico n° 6). «Vedere e conoscere ciò che ci circonda, ecco ciò che è proprio alla nostra saggezza» (stesso frammento). Da cui le parole sacre: «Natura-Verità» e «Io sono - Noi siamo»; è la conclusione dello studio della natura basata su quei principi. In quanto al quadrato, importante simbolo della tradizione egitto-greca, riporta, dice Filolao di Taranto, noto pitagorico, nel suo frammento n° 20 , l'immagine dell'essenza divina. Esprime l'ordine perfetto. È ad angoli retti, a manifestare l'immutabilità; i suoi lati uguali assicurano la sua permanenza. Ritroviamo questo quadrato non soltanto nel sigillo di Misraïm, ma anche nei toccamenti dei gradi 87 e 88 dove, prendendosi sia le mani che le braccia, si disegna un quadrato poiché si hanno per fare questo le braccia preliminarmente incrociate. Il viola del cordone è il colore della spiritualità nata dalle nozze dell'azzurro celeste e del rosso fuoco. Il suo bordo amaranto ricorda il colore dei nastri portati dai mistici greci partecipando alla processione di Eleusi. Il viola è il colore del mantello del dio solare Apollo (Portal, p. 237). Il triangolo del sigillo, con un punto nel centro, ci ricorda che Dio è la causa che genera tutte le cose in permanenza e da cui tutto emana (Proclo, ad Iucl, Elementa, I, 36), vecchia idea ripresa da Filolao (frammento 20). Dio agisce qui sul corpo come sull'anima del neofita, ognuno simboleggiato da un quadrato. Li illumina dentro. Anche il segno tradizionale della preghiera greca (pregare ad Y) completa perfettamente la caratteristica ellenica ed egiziana di questo importante grado. 2. Note sull'88° grado. Complemento del grado precedente, quest'ultimo insiste ancora sulla fioritura delle forme di vita nel mondo. Il colore verde dei parati è tradizionalmente quello della natura, della vegetazione. Ecco perché Apuleio ci ricorda nell'XI° libro delle sue Metamorfosi che sono obbligatoriamente delle corone di frasche verdi che venivano consegnate ai postulanti in occasione della loro iniziazione. Il colore azzurro del mantello è qui volutamente negativo in quanto questo grado indica il rientro in se stessi, la passività del postulante che deve ricevere dall'esterno gli influssi celesti che farà germogliare in sé. È la seconda parte del segreto tradizionale di Eleusi: Kué , cioè «germe», partorisce, dopo che la rugiada celeste è discesa ( Hué : discende, piove, cade). Qui, l'iniziato è ricettivo, tutto avviene in lui stesso, il microcosmo. È il metodo della meditazione profonda, della «notte oscura dei sensi» che attende la discesa del raggio illuminante. È la posizione dell'uomo di desiderio che attende la venuta dell'Uno così brillantemente descritta da Plotino nelle sue Enneadi . E che finisce col percepire in sé il battito della vita universale. Molti metodi orientali tendono allo stesso fine con diversi artifici respiratori (yoga). 3. Note sull'89° grado. Tutto è rosso, qui: decori, cordone, calore del cuore. Soltanto l'adepto indossa un mantello immacolato. Il rosso è contemporaneamente il colore del fuoco e quello della gerarchia (re, senatori romani, grandi pontefici, attualmente cardinali). È anche il colore del mantello del maestro istruttore che è Luce ed Amore (il Buddha, Pitagora). Il bianco è il colore sacerdotale per eccellenza. In quanto per entrare in contatto con le potenze angeliche che servono da intermediari, da mediatori, tra le gerarchie degli spiriti celesti e gli uomini ancora incarnati nella materia, il richiedente deve essere puro di corpo, puro di veste, puro di cuore e di pensiero. Pitagora imponeva questo colore ai suoi sacerdoti; l'aveva visto fare in Egitto. Per tentare di avvicinare l'invisibile, l'iniziato dell'89° grado deve dunque presentarsi con vesti immacolate davanti alla soglia dell'ineffabile. Il primo dei mediatori è l'abitante del fuoco simboleggiato dalle parole «Uriel» o «Hephaïstos». Tutto vive nella natura. L'aria è animata da milioni di germi che gli antichi pitagorici vedevano danzare nel raggio solare. L'acqua è popolata da migliaia di creature elementari (amibes). La terra cela nel suo seno tutti i semi, tutti i germi, tutti gli esseri. Il fuoco, anche lui, è abitato ed animato da esseri invisibili ai nostri occhi ma percettibili da un iniziato che li chiama «pre-adamiti» o «salamandre» o ancora «Geni del fuoco». È qui il primo mediatore. Ne deriva che occorre un certo numero di fuochi viventi durante ogni riunione di questo grado. Ma il rituale non ne parla, è essenzialmente variabile a seconda delle qualità personali dell'operatore. Occorre sempre un numero dispari, in quanto ciò che è pari è divisibile. Mentre l'operazione di chiamare a sé le forze dall'alto esclude ogni possibilità di imperfezione o di divisione. Confrontiamo qui il nostro Rito con quello di Cagliostro, che introdusse un Rito evocatorio egiziano a Lione e vi ottenne davanti a numerosi testimoni dei fenomeni incontestabili di contatto con l'invisibile. Anche qui, i mantelli sono bianchi ed il fuoco sacro deve bruciare in permanenza durante l'invocazione delle potenze mediatrici. Poco importa quale potenza benefica svolga questo ruolo, che sia un saggio egiziano, greco o ebreo. L'essenziale è che vi sia un contatto, un aiuto. «Il mio cuore non trema» in quanto l'invisibile è nostro amico, il nostro protettore, il nostro salvatore, il nostro aiuto permanente, grazie ad una ineffabile osmosi. Un bambino non deve mai temere l'arrivo di suoi pari, materiali o spirituali. Queste parole d'ordine sono dunque rigorosamente autentiche e non possono essere state date che da iniziati che avevano ottenuto questo prezioso contatto. 4. Note sul 90° grado. Se l' ouroboros greco è dipinto sui decori dei dignitari di questo grado, è che tutta la filosofia di questo ultimo grado chiude il cerchio dell'iniziazione massonica. Stupefacente sintesi, si ritorna al primo grado della scala. Si vede così che la fine raggiunge l'inizio, il serpente eterno si morde la coda. Tutto in natura è un eterno ricominciare. Il Giano dipinto sul cordone rappresenta, come il sole e la luna, le due polarità del mondo. Ritroviamo così le due colonne dell'apprendista che ci sono familiari: B.^. e J.^., ma dando loro due nomi grecizzati: Osiride ed Iside, che bisogna leggere in egiziano Ouserew e Eseth . Si sostituisce la tradizione ebraica con la più antica egitto-greca dove i due aspetti della vita universale sono religiosamente definiti ed onorati. Tutta la vita dell'iniziato oscilla tra questi due poli; materia e spirito, bene e male, gioia e dolore. Tutta l'iniziazione deve condurci dalla Luna al Sole, da Iside ad Osiride, dalla materia all'essenza divina. È tutto qui, non vi è altra iniziazione. La conclusione del grado è duplice: a) sul piano spirituale, esiste una scala mistica che bisogna salire grado per grado per raggiungere l'ineffabile. b) Sul piano materiale, esiste un dovere puro; quello di essere un uomo socialmente utile, irraggiante sugli altri la luce ed il calore che ha ricevuto. È la negazione della piaga del nostro tempo, l'egoismo. Da qui quell'ammirevole saluto «Pace agli uomini». Non si può augurare loro niente di meglio: pace interiore della loro coscienza, pace esteriore nei rapporti coi loro simili. L'iniziazione non è dunque un'egoistica collezione di segreti individuali in grado di dare a chi li possiede un ascendente sugli altri, di cui potrebbe peraltro fare un cattivo uso. La vera iniziazione è al contrario la comunicazione di segreti tradizionali che rendono l'uomo migliore, che gli indicano il suo posto nell'insieme del mondo e che gli impongono di conseguenza di svolgere il suo ruolo benefico per non rovinare l'armonia dell'insieme. Misraïm riempie questo ruolo, ma è stato mal compreso. Questo Rito ha tuttavia in sé un insegnamento non equivoco di amore universale, di pace sociale, di elevazione spirituale, di collaborazione con il cielo. È dovere dei suoi figli fedeli di vivere quella lezione permanente della saggezza antica ed adempiere così il loro dovere cosmico.!!!"
Denis Labourè

24 dicembre 2010

- La morte del disincanto.


Da richiedere a : www.arduinosacco.it

20 dicembre 2010

- BUONE FESTE


- L’Ordine Osirideo Egizio


L’Ordine Egizio affonda le sue radici nella colonia greca degli Alessandrini che si era stabilita a Napoli, nell’area circostante via Nilo e l’omonima piazzetta. Attraverso i secoli i culti egizi si adattarono alla linea magico-ermetica e a quella pitagorica, dando vita all’Ermetismo Italico e con esso alla catena iniziatica che è giunta ininterrotta fino al XX secolo. Raimondo Lullo, il grande ermetista, allievo di Arnaldo da Villanova, fu iniziato all’alchimia da una confraternita che risiedeva presso Napoli. Lo stesso Giordano Bruno e Tommaso Campanella, grandissimi esponenti dell’ermetismo italico del Rinascimento, avevano compiuto il proprio noviziato nel convento di San Domenico Maggiore, che si trova proprio alla fine di via Nilo. Altri illustrissimi ermetisti, quali Giovanni Pontano, Antonio Allegretti e Giovan’ Battista della Porta, gravitarono intorno a questo ordine napoletano. Sarà nel XVII secolo che la tradizione egizia utilizzerà la Massoneria quale vascello per trasportare il proprio bagaglio di conoscenza. Alla metà del 700 Cagliostro, le cui attività paramassoniche si ispirarono al mito egizio, si recò a Napoli con lo pseudonimo di Marchese Pellegrini, insieme alla moglie, che aveva assunto il nome di Lorenza Pellegrini, e al Cavaliere d’Aquino. A Napoli Cagliostro entrò in contatto con il principe Raimondo Di Sangro di San Severo e con Henri Théodore de Tschoudi, i quali si interessavano già da tempo alle dottrine egizie. In questo ambiente, strettamente massonico, Cagliostro iniziò a diffondere i gradi egiziani e i gradi segreti noti come “Arcana Arcanorum” o “Scala di Napoli”.La tradizione massonico-egizia continuò in ambiente risorgimentale, con figure di spicco quali Mario Pagano e Pietro Colletta. A questi due personaggi risorgimentali, succederanno Orazio De Attellis 1774-1850, Domenico Bocchini 1775-1840, e Gabriele Rossetti 1783-1854. Quindi MichelAngelo Caetani 1804-1882, principe di Teano e duca di Sermoneta, assieme a Eduard Bulwer-Lytton 1803-1873, dai quali con ogni probabilità si formarono Pasquale de Servis 1837-1893 e Lebano. Maturata una grande passione per gli studi ermetici, nel 1833 Lytton 1803-1873 si recò in Italia per un periodo di riposo e qui trovò l'inspirazione per il più celebre dei suoi romanzi, “Gli ultimi giorni di Pompei”, pubblicato nel 1834. Durante la sua permanenza nel nostro paese, Lytton visitò Roma e soggiornò per un lungo periodo a Napoli. Presso la capitale del regno borbonico incontrò la cara amica Lady Blessington che presentò il gentiluomo d'oltremanica a sir William Gell, l’illustre topografo di Pompei. Il nostro personaggio era un grande ammiratore del romanziere scozzese Walter Scott il quale, in occasione del suo soggiorno nella capitale del regno delle Due Sicilie aveva visitato Pozzuoli, Cuma e le rovine di Pompei, accompagnato da quella guida insuperabile che era appunto Gell. Quest'ultimo nonostante soffrisse di una grave forma di gotta che lo costingerva a spostarsi a bordo di una portantina, fu lieto di accompagnare l'ospite di Lady Blessington in giro per Pompei. Fu dunque il buon sir William a mettere in contatto il Lytton con gli esponenti della tradizione magica partenopea ed in particolare con Domenico Bocchini che iniziò l'inglese nelle catacombe di San Gennaro a Capodimonte. Nel 1842 il Lytton pubblicò lo Zanoni, romanzo che Giuliano Kremmerz citò nel suo Corpus Philosophicum Totius Magiae quale sinificativa testimonianza della cultura magica partenopa ed italica dell'800.Il nostro personaggio venne inoltre fortemente suggestionato dagli scritti di Eliphas Levi che incontrò nel 1854 a Londra. Insieme al maestro francese, l'inglese tentò un'operazione magica sulla sommità del Panteon della capitale britannica, che secondo A.E.Waite, prevedeva l'evocazione del mago dell'antichità Apollonio di Tiana. Nel corso degli anni '60 Bulwer-Lytton incontrò a Londra l'avvocato Giustiniano Lebano all'epoca esule politico in Francia, con il quale instaurò stabili relazioni a livello iniziatico. Le frequentazioni di Sairitis-Hus con gli esponenti della cultura ermetica europea, furono importantissime poichè avrebbero decisivamente influenzato la scuola tradizionale partenopea post-unitaria. Il legame tra il Lytton ed il regno Borbonico fu estremamente profondo tanto che, nel 1859, il direttore degli scavi di Pompei decise di donare allo scrittore inglese due crani che si dicevano appartenuti ai sacerdoti Arbace e Calinus, protagonisti de "Gli ultimi giorni di Pompei". nel 1871 il nostro personaggio venne insignito della carica onorifica di Gran Patrono della "Societas Rosicruciana in Anglia", sembra a sua insaputa. Negli anni '70 si trovava in Inghilterra l'americano Charles Godfrey Leland.Nato a Filadelfia il 15 agosto 1824 da Charlotte Godfrey ed Henry Leland, tale personaggio si appassionò fin da ragazzo alle tematiche occulte. Viaggiò senza sosta per tutta l'Europa alla ricerca dell'antica sapienza arcana e, trovatosi in Inghilterra per studiare le tradizioni celtiche e le dottrine rosicruciane, incontrò l'ormai vecchio sir Edward. Questi lo iniziò all'ermetismo alchemico facendogli altresi conoscere le opere e la dottrina di Eliphas Levi. L'incontro con il Lytton si rivelò decisivo poiché proprio attraverso le raccomandazioni di tale personaggio, qualche anno dopo Leland giunse a Napoli e qui dovette quasi certamente fare conoscenza del maestro Sairitis Hus e della sua cerchia Osiridea Egizia tradizionale. Sir Edward morì a Torquay nel 1873.Ulteriori notizie sulla vita di Sairitis trapelano dagli studi di Introvigne e varie riviste tra cui “Politica Romana”, da cui sappiamo che egli fu maestro dignitario della massoneria ufficiale del Grande Oriente, della Società Teosofica, del Rito di Memphis di Pessina, e poi dei riti egiziani unificati da Garibaldi. Molti sostengono che durante il suo soggiorno in Piemonte il Lebano abbia stretto contatti con il conte bolognese Livio Zambeccari (1802-1862) che fu cospiratore del primo Risorgimento, colonnello garibaldino e principe di Rosacroce del Rito scozzese, che l’8 Ottobre del 1859, con altri sette fratelli massoni costituì la Gran Loggia Ausonia. Lebano certamente fece parte, assieme al barone Spedalieri e a Pasquale de Servis allora ex sottoufficiale del genio Borbonico, di un circolo martinista operante a Napoli, sin dalla fine del settecento in stretti rapporti con la “società magnetica” di Avignone facente riferimento ad Eliphas Levi. La famosa fondatrice della Società Teosofica: Melena Petrovna Blavatsky volle incontrare il Lebano soggiornando per circa tre mesi all’hotel Vesuvio di Torre del Greco.Dunque questo può farci comprendere quale grande personalità fu. Sull’Ordine Osirideo il Gonnella scrive: “Il Grande oriente Egizio fu espressione a sua volta e sede centrale di un Ordine osirideo Egizio che si lascia intendere scaturire dal filone iniziatico napoletano dai tempi del passaggio a Napoli di Cagliostro, che avrebbe raccolto l’eredità iniziatica del principe Raimondo de Sangro grazie al cugino di questi Luigi d’Acquino.” Ma è certamente in Domenico Bocchini alias Nicodemo Occhiboni che dobbiamo trovare il capostipite del suddetto ordine. Bocchini fu un letterato, un avvocato, un massone e un rosacroce affiliato alla Carboneria. Era di origini lucane, nacque ad Avigliano nel 1775. Il suo fervore patriota si evinse sin da giovane quando fece carriera nelle fila dell’esercito napoletano Bonapartista e murattiniano poi, quindi una volta congedato esercitò l’incarico di magistrato e dopo di avvocato. Nel 1815 fu ammesso alla Loggia massonica “La Vigilanza” presieduta dal Maestro Venerabile Pietro Colletta a sua volta aderente al Rito Egiziano del barone napoletano Lorenzo de Montemayor. Successivamente soggiornò in Francia dove aderì al Rito Massonico di Misraim dei fratelli Bèdarride. Lo ritroviamo qualche anno dopo a Napoli nella loggia “La Folgore”.Negl’anni trenta dell’ottocento incontrò il giovane Pasquale de Servis del quale fu con alta probabilità un maestro. Va precisato che Lebano in realtà non fu allievo del Bocchini, come risulta dalle date il suo primo iniziatore fu suo padre Filippo Lebano, con il quale Bocchini condivise la comune passione per le scienze ermetiche e le idee politiche liberali, la frequentazione fra i due era assidua e continuò fino alla morte di Filippo verificatasi il 23 agosto del 1832. Questi lasciava la giovane moglie, i due figli primi di letto, Francesco e Marianna, ed i due di secondo letto, Filippo e Giustiniano; ecco perché si dice che Lebano fu allievo indiretto del Bocchini. Alcune opere del Bocchini, di cui consiglio la lettura, contengono verità e simbolismi d’altissimo pregio tra cui: “Il Congresso delle Ombre”, “La Cyrno Cacogenia proscrita” ed il settimanale “Il Geronta Sebezio” di alcune opere del nostro autore tra cui “Il Cielo Ubrico” sarà Lebano a curarne la stesura. Poi accanto a questi un’altra figura di primo piano fu il giacobino, Gran Maestro della Massoneria Scozzese per gli Stati Uniti e l’emisfero Occidentale, nonché Carbonaro Orazio de Attelis (1774-1850) a cui il Kremmerz nel suo “ I Dialoghi sull’ermetismo” fa riferimento con l’anagramma ‘Setteali’. Una cosa è dunque certa Orazio De Attelis, e Domenico Bocchini furono eredi degl’insegnamenti di Cagliostro e di San Severo quindi fondatori della struttura iniziatica denominata Ordine Osirideo Egizio posto sotto la protezione del Grande Oriente Egiziano, ed il cui compito era la perpetuazione dell’insegnamento della Scienza Sacra, la perfezione delle virtù del cuore dell’iniziato, lo sviluppo dei poteri psichici, e la manifestazione delle forze occulte. Ai personaggi sopra citati vanno poi aggiunti quali caposcuola il principe di Trifase e Moliterno Giuseppe Gallone di Nociglia, il maestro martinista e dotto conoscitore delle tecniche del magnetismo, Di Crescenzo Ascione. Dopo la morte di Izar, quindi si formò una nuova terna, preposta alla direzione dell’Ordine.Accanto a Lebano figuravano Leone Caetani 1869-1935, nipote di Michelangelo Caetani, e Giuliano Kremmerz, 1861-1930, con il Lebano alla guida del gruppo. Successivamente si evidenziarono figure di spicco quali Eugenio Jacobitti 1868-1946, Giacomo Catinella 1876-1943, e Arturo Reghini 1878-1946. Abbiamo visto come fino alla fine del 1800, l’Ordine Egizio si fosse servito, quale ponte verso il mondo profano, di logge massoniche “egizie”. Kremmerz, tuttavia, decise, con l’approvazione dell’Ordine Egizio di modificare tale indirizzo, sostituendo alle logge le accademie miriamiche. Così come la Miryam si costituì come ponte tra il volgo e l’Ordine Osirideo Egizio, quest’ultimo si costituì a sua volta come ponte tra la Miryam e l’Ordine Egizio.Tuttavia il tratto di ponte che separava l’Ordine Osirideo Egizio dall’Ordine Egizio non fu mai attraversato da nessuno, dato che sia la Miryam che l’Ordine Osirideo Egizio furono iniziative del Kremmerz mai condivise veramente dalle alte gerarchie dell’Ordine Egizio, che nonostante la sua iniziale autorizzazione le visse sempre come una profanazione. Ciò che permise al Kremmerz di portare avanti i propri progetti, nonostante il disaccordo generale dell’Ordine Egizio, furono l’enorme stima di cui godeva Izar, già Gran Maestro dell’Ordine, e l’ammirazione nei riguardi del Kremmerz da parte di Giustiniano Lebano, che vedeva nel Kremmerz il suo futuro successore.L’Ordine Osirideo Egizio nacque quindi come garante del lavoro svolto dal Kremmerz e fu il risultato di un compromesso tra lui e l’Ordine Egizio. Ma per Lebano il lavoro di divulgazione del Kremmerz era inconcepibile, al puntò che ne rinnegò l’ amicizia. Leone Caetani, invece, collaborò con il Kremmerz fino al 1910, per poi ritirarsi a Vancouver, in Canada. E’ possibile che l’Ordine Egizio sia sopravvissuto fino ai giorni nostri, in completo anonimato? A supporto di tale tesi ci sarebbe la documentazione epistolare che si tenne tra Domenico Lombardi e Pietro Suglia, diretto discendente del Dott. Bonabitacola alla direzione del Circolo Virgiliano di Roma e appartenente all’Ordine Osirideo Egizio. Nel settembre del 1947 Domenico Lombardi, in qualità di Delegato Generale, diramò una circolare: “Circolare per Mantenere la Regolare Continuità della Fr+ Tm+ di Mir+”. In quella data la Segreteria Generale era già stata trasferita a Firenze e Alfonso Del Guercio ne era diventata Segretario. Alla nuova delegazione aderì soltanto Donato De Cristo dell’Accademia Pitagora di Bari. Pietro Suglia non intese aderire alla nuova delegazione rivendicando un contatto diretto con il Cap+ Op+, e sottolineando l’impossibilità di mancare all’incarico, affidatogli dal Dott. Bonabitacola, di consegnare un plico direttamente nella mani delle alte gerarchie del Grande Oriente Egizio. Ora, dato che l’Ordine Osirideo Egizio era allora rappresentato da Arduino Anglisani, Mario Parascandalo, Augusto Lista, Carlo Coraggia, Alfonso del Guercio, Pietro Suglia e dallo stesso Domenico Lombardi, e ammesso che Pietro Suglia dicesse la verità, le alte gerarchie a cui lui si riferiva, dovevano necessariamente appartenere ad un altro ordine, superiore a quello, cioè all’Ordine Egizio. La Fratellanza di Miryam fondata dal Kremmerz nasce sotto la protezione di un Grande Oriente Egiziano, emanazione di quell'Ordine Egizio che continuava la tradizione del martinismo napoletano e di cui erano esponenti, come si è visto e fra gli altri, Lebano e Caetani, così come lo era stato De Servis. L' intreccio fra Ordine Egizio e Fratellanza di Miryam non è facile da districare, e diventerà più complicato dopo la morte di Kremmerz e gli scismi. Approfondimenti prodotti di recente tendono a dipanare la matassa riconducendo la nascita dell'Ordine Osirideo Egizio al giugno 1863, quando alcuni affiliati alla loggia massonica Sebezia, di cui Lebano fu Primo Sorvegliante, interessati a ridare vita e tono al rito massonico di Memphis e Misraim, fondano il Grande Oriente Egizio Scala di Napoli. Lebano, dopo un passato anti-borbonico e risorgimentale, con soggiorni a Torino e a Parigi, riceve nomine dal nuovo governo unitario.Dignitario della massoneria ufficiale del Grande Oriente, e della Società Teosofica, ha contribuito a innestare il sistema dottrinale di Giuliano Kremmerz, che è stato inoltre Gran Maestro di una Rosa Croce D'Oro Italiana. In una lettera dei 25 ottobre 1910 alla rivista esoterica Commentarium un personaggio che si firma “Ottaviano” invita i lettori interessati agli argomenti iniziatici a leggere il volume di Lebano “Dell'Inferno”, stabilimento tipografico Enrico Prisco, Torre Annunziata 1899. Sembra assai probabile, che “Ottaviano” sia Leone Caetani 1869-1935, principe di Trano e dal 1917, alla morte del padre, duca di Sermoneta. Islamista e orientalista, Caetani è stato eletto deputato a Roma nel 1909 sedendo nei banchi della sinistra.Deluso dal fascismo, Leone Caetani emigra in Canada, dove muore nel 1935. Caetani - nelle vesti di “Ottaviano” - rimanda a Lebano, mostrando come l'ambiente ermetico paganeggiante romano e quello di Napoli siano entrati in contatto: in effetti Caetani e Lebano fanno parte di uno stesso Ordine Egizio insieme a Pasquale de Servis che cederà il suo scettro al Kremmerz.Mentre i suoi discepoli italiani sì raccolgono soprattutto a Bari e a Roma, Kremmerz si trasferisce a Ventimiglia 1907-1909, quindi a Camogli e infine a Beausoleil, sulla Costa Azzurra, dove rimane fino alla morte. Le ragioni dell'allontanamento da Napoli sono anch'esse avvolte nel mistero e nelle discussioni: si adducano, di volta in volta, la grave malattia del figlio o qualche problema con la giustizia, che sembra non approvi le sue attività di guaritore.Kremmerz mantiene i contatti con i discepoli italiani attraverso qualche visita e una fitta corrispondenza. Kremmerz fondò accademie miriamiche a Napoli, a Bari - chiamata in seguito Accademia Pitagora - e a Roma, dove prese il nome di Circolo Virgiliano. Nel 1909 è approvata la “Pragmatica Fondamentale” che avrebbe dovuto regolare le attività della Miryam, di cui, qualche anno dopo, è nominato segretario generale “Benno”, la cui organizzazione prevede una divisione degli iscritti in un circolo esterno e un circolo interno. Una circolare del 29 giugno 1914 - molto nota negli ambienti miriamici - indirizzata al maestro dell'Accademia Pitagora di Bari, “Caetel”, detta già le provvidenze di Kremmerz “perché la Fratellanza non si disperda” e mostra le difficoltà in cui la Miryam si dibatte fra aperture terapeutiche ed esoterismo. Le lettere dell'ultimo periodo di Kremmerz dalla Francia ai discepoli italiani mostrano una crescente preoccupazione, e talora un senso di delusione e di stanchezza. Alla sua morte gli allievi si dividono, e alcuni fra essi rivendicano un contatto privilegiato con il Grande Oriente Egiziano ovvero direttamente con l'Ordine Egizio, tanto da far sembrare che anche quest'ultimo sia diviso o vi siano tanti ordini egizi quanti sono i pretendenti alla regolarità miriamica.Morto Kremmerz, segretario generale della Miryam rimane “Benno”, mentre a Napoli il Lombardi preside della locale accademia, si proclama successore del maestro defunto, dando origine a un lungo scisma. L'attività di Lombardi è estremamente ridotta fino agli anni 1946-1947, quando egli tenta di riunificare i gruppi kremmerziani sotto la sua guida come “Delegato Generale”, adducendo un contatto sui piani sottili con i capi segreti dell'Ordine Egizio e nominando nuovo segretario generale il Del Guercio di Firenze. Nel frattempo - con difficoltà nel periodo fascista, a causa dell'assimilazione della Miryam alla massoneria, con conseguente applicazione delle leggi contro le società segrete - si erano mantenuti a Bari l’Accademia Pitagora e a Roma il Circolo Virgiliano diretto da un altro pugliese, il Bonabitacola. Nel 1948 una parte dei membri dell'Accademia Pitagora di Bari, fra i quali “Harahel”, aderiscono alla Delegazione. A Roma invece il Suglia, che aveva ricevuto la successione dal Bonabitacola alla guida del Circolo Virgiliano, non aderisce alla Delegazione del “Benno” ritenendo inesistente il suo mandato e ritenendosi in diretto contatto con l'Ordine Egizio; il circolo è quindi ereditato da un discepolo diretto di Kremmerz, il Verginelli. Al di fuori della Delegazione rimane anche un altro discepolo diretto di Kremmerz, il “Daffi” che rivendicando all'inizio un contatto con un centro egizio del Canada, elabora una serie di iniziative personali con l'aiuto di amici di Bari e di Genova, che attirano peraltro un numero limitato di seguaci. Negli ultimi anni della sua vita Ricciarelli comunica una serie di rituali egizi al “Giammaria”, il quale se ne serve per la nuova iniziativa del Corpo dei Pari che già alla fine degli anni 1960 suscita la curiosità della stampa e del pubblico genovese affiggendo manifesti sullo stile di quelli rosacrociani apparsi nel Seicento a Parigi. Per quanto riguarda, invece, la cosiddetta Delegazione Generale di “Benno”, nel 1949 egli rompe con il segretario generale di Firenze. Per molti da quel momento la Miryam non fu più quella ideata dal Kremmerz.
Iniziazione Antica

19 dicembre 2010

- Cagliostro e i segreti della massoneria egiziana


Giuseppe Balsamo, detto Alessandro, conte di Cagliostro, nacque il 2 giugno 1743. Il 27 dicembre del 1789, il papa Pio VI ordinò il suo arresto. Dopo un processo truccato e quarantasette interrogatori, il 7 aprile 1791, Cagliostro fu condannato al carcere a vita. Sulla piazza Minerva di Roma, si bruciarono solennemente le insegne massoniche ed i libri confiscatigli. Rinchiuso il 21 aprile nella fortezza di San Leo (vicino a Rimini), vi trascorse il resto della vita in orrende condizioni, relegato in una segreta denominata Il Pozzetto, una sorta di pozzo o fogna. Vi morì il 26 agosto del 1795, due anni e mezzo prima dell’arrivo delle truppe francesi che fecero saltare la fortezza di San Leo. Cagliostro era l’ultima vittima dell’Inquisizione. Per subire un tale martirio, quest’uomo doveva essere alquanto imbarazzante. Sicuramente l’aspetto politico è da tenere in considerazione. Nella sua Lettera al popolo francese, annunciava la distruzione della Bastiglia, la convocazione degli Stati Generali e l’abolizione delle lettere con sigillo reale recanti un ordine di imprigionamento o di esilio. Ma, con il suo rito, Cagliostro rendeva accessibili degli insegnamenti fino ad allora riservati ai cenacoli più ristretti. Nel 1764 e 1765, a Messina, sarebbe stato iniziato all’alchimia da un Armeno o da un Greco. Nel 1766 e 1767, avrebbe praticato quest’arte a Malta. Dal 1770 al 1780, percorse l’Europa centrale e settentrionale. A Mitau (Courlande), nel 1778, dimostrò la sua padronanza nella cristallomanzia (veggenza nell’acqua magnetizzata di una caraffa con l’assistenza di bambini dai cinque ai sette anni). Nel 1778, 1779 e 1783, ebbe contatti con il benedettino ed alchimista Don Pernéty. La Massoneria di Rito Egiziano(Fino all'unificazione con il Rito Orientale di Memphis nel 1881)Cagliostro crea il Rito Egiziano Il 24 dicembre 1784, Cagliostro inaugura il rito della «Alta Massoneria Egiziana» nel quadro della Loggia Madre La Sagesse Triomphante di Lione. Questo rito è composto di tre alti gradi, poiché riceve come Apprendista Egiziano i maestri eletti provenienti da altri riti. Questi vengono ricevuti come Apprendisti Egiziani, poi Compagni Egiziani ed infine come Maestri Egiziani. Questo rito culminava in visioni talvolta accessibili a tutti i membri presenti. A Lione, disponiamo di testimonianze su guarigioni e manifestazioni di ogni sorta: J.B. Delorme fu guarito da una malattia incurabile, delle evocazioni furono organizzate alla presenza del Duca di Richelieu. Il fantasma di Prost de Royer, già Venerabile della loggia « La Bienfaisance» apparve e fu riconosciuto dai membri di quella loggia.Perché «Egiziano»?Per capire bene ciò che seguirà, devo spiegare cosa significa la parola «Egiziano».Leggendo questa parola, non dobbiamo pensare all’Egitto dei faraoni. Per Cagliostro, il suo Rito è egiziano in quanto si riferisce all’Egitto Copto, all’Egitto dei primi cristiani. Tant’è che Cagliostro si farà nominare «Le Grand Cophte», essendo «Cophte» la grafia della parola «copto» nel VIII° secolo.Qual è l’obiettivo del Rito Egiziano?Il Rito Egiziano di Cagliostro ha come obiettivo quello di favorire presso quelli che lo praticano una rigenerazione dell’intero essere, anima e corpo.Ai nostri giorni, quando parliamo di «trasformazione», di «evoluzione», intendiamo un cambiamento nella nostra psicologia. Di conseguenza, non possiamo più comprendere ciò che insegnavano i primi cristiani, gli antichi alchimisti o i massoni di Rito Egiziano. In quanto l’obiettivo di tutti questi ricercatori era una trasformazione integrale dell’essere umano. Per loro, non vi era separazione tra il corpo e l’anima. Anima e corpo erano come le due facce della stessa medaglia. In origine, avevamo un corpo di lucePer una migliore comprensione, torniamo alle origini. Nel giardino dell’Eden, Adamo ed Eva erano dotati di un corpo di luce, inalterabile. Questo corpo non era soggetto alla malattia ed alla morte. Poi Adamo ed Eva furono cacciati dal Paradiso. Il loro corpo di luce si cristallizzò, s’indurì. Dallo spirituale, Adamo ed Eva passarono al biologico. La Bibbia dice che furono rivestiti di abiti di pelle.Nel Rito Egiziano, i massoni sono rivestiti di un abito bianco. Come l’alba nel cristianesimo, questa veste rappresenta il corpo di luce delle origini. Ma tutti i massoni, a qualunque rito appartengano, hanno anche un grembiule di pelle. Per Cagliostro, questo grembiule è un richiamo all’abito di pelle di cui il nostro corpo di luce è rivestito.Enoch ed Elia ci hanno preceduti su questa ViaDurante la Trasfigurazione, il Cristo è apparso agli apostoli nel suo corpo di luce. Un corpo che gli addetti chiamano «Corpo Glorioso». Questo corpo è il corpo immortale delle origini. Non è l’appannaggio di Gesù. In quanto anche Enoch ed Elia erano ripassati dal biologico allo spirituale. Anche loro sono «saliti» al cielo senza passare attraverso la morte. Per questo motivo, Cagliostro pone il suo Rito Egiziano sotto il loro patrocinio.I primi cristiani insegnavano i metodi di divinazione, che consentivano di ripassare dal biologico allo spirituale. Quegli insegnamenti sono stati conservati dalla Chiesa Ortodossa orientale. Ma sono anche stati ritrovati e conservati dagli alchimisti. Ed è da loro che Cagliostro li ha ricevuti.Come ritrovare la nostra divinità?Il programma di lavoro dei massoni del Rito Egiziano si divide in due tappe. Queste due tappe sono precedute da una lunga fase di preparazione. La prima tappa si riferisce alla rigenerazione «morale», ossia psicologica e spirituale; La seconda tappa ha come fine la rigenerazione del corpo. Questa fase può essere intrapresa quando è terminata la prima. Cagliostro si riallaccia al primo ritiro di Mosé descritto in Esodo (36, 12-18). - Cagliostro si riallaccia al secondo ritiro di Mosé descritto in Esodo (34, 27-28) ed in Deuteronomio (9, 18-25 e 10, 10). Similmente ai ritiri effettuati da Mosé, ciascuna di queste due tappe si svolge in quaranta giorni.La preparazioneAffinché le due tappe riescano, l’iniziato deve vivere secondo un’etica irreprensibile. Gli alchimisti direbbero che l’uomo deve ammorbidire la pietra prima di lavorarla. I mistici insegnavano che il cuore deve essere aperto. Il fallimento è assicurato per gli orgogliosi, i cupidi e gli egoisti. L’iniziato deve prendere tre misure immediate:• Adottare e rispettare le leggi del paese in cui si trova;• Amare il prossimo, aiutarlo, essere caritatevole verso di lui;• Dedicare tre ore al giorno alla pratica della preghiera.Per estensione, deve aver ricevuto l’assicurazione di essere ormai amato da Dio. A questo provvede la preghiera.La prima tappa: l’evocazione degli angeliCosì preparato, l’iniziato deve ritirarsi per quaranta giorni. In un luogo solitario, deve ri-centrarsi, non lasciarsi distrarre dai suoi pensieri. Deve vivere in stato di preghiera permanente. I massoni che conoscono i segreti alchemici del loro Rito direbbero che deve trovarsi nella «Camera di mezzo» o al «centro del cerchio». L’iniziato dedica la sua giornata ai riti e alle preghiere.La Bibbia ci indica che esistono sette grandi angeli. L’obiettivo della prima quarantena è l’ottenimento di un contatto con ciascuno dei sette angeli. Questi sette angeli comunicano al nostro uomo il mezzo per entrare in contatto personale con loro. Questi angeli lo guideranno e l’aiuteranno a diventare moralmente e spiritualmente perfetto.Possono trascorrere degli anni per completare questa prima rigenerazione. Se l’uomo dovesse morire senza aver effettuato il secondo ritiro, ciò non è grave. La pietra ammorbidita continuerà ad essere lavorata su altri piani. Per questo primo ritiro, Cagliostro utilizza dei metodi di cui ritroviamo tracce dall’antico Egitto.La seconda tappa: la rigenerazione del corpoCosì guidato, l’iniziato può intraprendere il secondo ritiro di 40 giorni. In primavera, in occasione del plenilunio di maggio, si isola nuovamente. Si attiene ad un regime alimentare sano e frugale. Ogni giorno assume certe sostanze preparate secondo procedimenti alchemici tutto sommato piuttosto semplici. Sudorazioni ed altri processi di eliminazione gli consentiranno di evacuare gli umori viziati. I sette angeli primitivi sono «i sette Spiriti presenti davanti al trono di Dio». Questi sette angeli erano noti al giudaismo ed al cristianesimo più antico (Tobia 12, 15). L’autore dell’Apocalisse parla dei sette Spiriti presenti davanti al trono di Dio (1, 4), dei «sette Spiriti di Dio in missione su tutta la terra» (5, 6), dei «sette Spiriti di Dio e delle sette stelle» (3, 1), vede sette lampade di fuoco (1, 12), i sette Spiriti di Dio ardere davanti al suo trono (4, 5), i «sette Angeli disposti davanti a Dio» (8, 2). Soltanto Michele (o Michael), Gabriele e Raffaele sono nominati nelle Scritture. Un quarto, Uriel, è citato nelle letteratura ebraica. Per gli altri esistono numerose varianti. I nomi riportati da Cagliostro sono: Anael, Zobiacel, Anachiel. Secondo Agrippa a cui Cagliostro fa riferimento a più riprese, i loro nomi e corrispondenze planetarie sono i seguenti: Zaphkiel (Saturno), Zadkiel (Giove), Camael (Marte), Raphael (Sole), Haniel (Venere), Michael (Mercurio) e Gabriel (Luna).È a questo punto che si opera in lui una vera trasformazione. Pelle, denti, unghie, capelli si rigenerano. Ciò gli consente di prolungare la sua esistenza. Non per diventare immortale nel corpo, ma per disporre del tempo necessario per ripassare dal biologico allo spirituale.Cagliostro non ha inventato questi procedimenti. Fino ad allora riservati a piccoli cenacoli aristocratici molto chiusi, li ha resi accessibili integrandoli nel suo rito massonico. Ma, cosa ancora più stupefacente, ho ritrovato una pratica identica alla sua in un antico testo di alchimia indiana. Siccome Cagliostro non ha mai messo piede in India e non conosceva il sanscrito, ciò indica che queste tecniche proseguono il loro cammino in ogni tempo, in ogni luogo, al riparo da sguardi indiscreti.Ai nostri giorniNon ho mai inteso parlare di tutto questo!Capisco lo sbalordimento del massone che leggerà queste righe. Nessuno gli ha parlato di queste tecniche. Peggio, se si interessava di ermetismo, i suoi istruttori gli avranno ripetuto che tali pratiche non erano mai esistite in massoneria. Lo so; è anche quello che mi è stato detto. Fin quando non sono andato a guardare più da vicino.Alcuni villaggi gallici resistono ancora Scopersi ciò che mi era stato nascosto. Vidi come interi pezzi della storia massonica sono stati epurati, ripuliti, laicizzati. Scopersi poi che piccoli cerchi discreti e coraggiosi conservano accesa la fiaccola. Vilipesi, attaccati da una massoneria imborghesita che tenta di recuperarli snaturandoli. Benché pressioni dall’esterno e certe umane debolezze talvolta li destabilizzino, questi cerchi hanno un merito: esistono. Come ricordano le Scritture, vale di più un cane vivo che un leone morto.Desideravo rivelare l’esistenza di questi insegnamenti a tutti gli uomini di buona volontà, massoni e non. Con questo spirito, e con il consenso dei più alti responsabili di alcune di queste discendenze, ho pubblicato Secrets de la franc-maçonnerie égyptienne.
Denis Labouré

17 dicembre 2010

- Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm


L'Ordine Massonico Orientale del Rito Antico e Primitivo di Memphis e Misraïm, o più semplicemente "Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm", è un sistema muratorio spiritualista che contiene e conserva tutti i fondamenti operativi dei due grandi percorsi iniziatici, che nel loro insieme, costituiscono la grande Tradizione iniziatica Occidentale, cioè la Tradizione Italico-Mediterranea e la Tradizione Nord-Atlantica. L'Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm" (A:.P:.R:.M:.M:.), nella sua ampia e complessa articolazione strutturale fonda il suo sviluppo rituale già a partire dai primi tre gradi della Libera Muratoria Azzurra (1° grado: Apprendista Libero Muratore; 2° grado: Compagno Libero Muratore; 3° grado: Maestro Libero Muratore.), di cui conserva ancora oggi memoria e uso, per giungere alle vette rosicruciane della Gnosi, ivi inclusi i sistemi ermetici, filosofici ed esoterici degli antichi Hyerophanti egiziani e dei sacerdoti di Mitra. L'attuale struttura del Nostro Venerabile Rito deriva da una complessa riorganizzazione di due Riti: il Rito di Misraïm, sorto a Venezia nel 1801 ad opera del Filalete Abraham che si diffuse, subito dopo, in Italia e in Francia e il Rito di Memphis o Orientale fondato da Jaques Étienne Marconis nel 1839 a Parigi. Più precisamente, per avere una immediata e sintetica idea sull’A.P.R.M.M. è opportuno chiarire che la sua formazione e articolazione sistemica avvenne nell’arco di circa 40 anni in cui, ai rituali già esistenti e praticati nel Rito di Misraïm, vennero aggiunte iniziazioni e arricchimenti rituali di origine egiziana, proprio attraverso il Rito di Memphis. Prima di procedere oltre, sempre a proposito del Rito di Misraïm, si reputa opportuno chiarire subito che i termini "misr" e "misraïm", sono meno misteriosi di quanto si possa pensare. Infatti questi in ebraico antico significano, rispettivamente, "Egitto" ed "egiziano" e per questo sono stati frequentemente confusi, da parte di molti studiosi di libera Muratoria, con il sistema iniziatico muratorio di Cagliostro. Infatti, soprattutto nel secolo scorso il Rito di Misraïm e, successivamente, il Rito di Memphis venivano sbrigativamente mensionati "Riti egiziani". Tale denominazione, generò però l'erronea identificazione con il Rito Egiziano, o Muratoria Egiziana di Cagliostro, che ricollegandosi all'A.P.R.M.M., nello studio delle pratiche mistiche e teurgiche, era però profondamente differente.In origine, sia il Rito di Misraïm sia il Rito di Memphis, erano stati ideati, principalmente, allo scopo di raccogliere, ciascuno in un proprio organismo unico, la lunga e complessa successione dei gradi di lavoro iniziatico, attraverso la saggezza, la conoscenza ed il desiderio di crescita interiore degli Iniziati Liberi Muratori. Infatti, nel prolifico e fantasioso mondo muratorio che animò l'Europa per gran parte del '700, si pensò bene di riunire in un solo Ordine e in un solo Rito gli innumerevoli Riti Muratori praticati nella Muratoria degli "alti gradi" e negli "Ordini illuministico-cavallereschi" che operavano già dagli inizi di questo secolo.Lo stesso tentativo di riorganizzare funzionalmente i sistemi iniziatici muratori era stato compiuto anche dal Rito Scozzese Antico ed Accettato ma, subito dopo la loro nascita, i tre Corpi Rituali sopra citati, riassumendo in se stessi la Muratoria azzurra e la Muratoria degli alti gradi, presero orientamenti filosofici differenti. Infatti il Rito Scozzese Antico ed Accettato ristrutturò la Scala filosofica dei Corpi Rituali Muratori fino a quel momento praticati, in trentatré gradi, mentre il Rito di Misraïm prima, e il Rito di Memphis subito dopo, attuarono una ristrutturazione degli stessi Corpi Rituali molto più ampia, proponendo una Scala filosofica rituale articolata in 90 gradi, il primo, e in 95 gradi, il secondo.L'enorme differenza strutturale, e in un certo senso anche filosofica, tra questi "grandi sistemi muratori occidentali" può essere spiegata, per il momento, con il fatto che il R:.S:.A:.A:. si orientò verso mete culturali ed iniziatiche a carattere prevalentemente filosofico, filantropico e sociale mentre gli altri due Riti caratterizzarono il proprio percorso iniziatico includendo nella loro Scala Filosofica, prevalentemente, le discipline ermetiche, alchemiche, kabbalistiche e gnostiche.Proprio a questo scopo, a partire dal 1881, per opera del Fr. Giuseppe Garibaldi, avvenne la fusione dei due Riti, di Memphis e di Misraïm, in rapporto di intima ed armonica integrazione. L'Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm così originato, fin dalla sua nascita, volle assumere caratteristiche strutturali tali che lo rendessero un Ordine Muratorio Universale punto di convergenza e sintesi, di tutti i più significativi percorsi tradizionali iniziatici riuniti in fraterna collaborazione, sotto un solo ed unico corpo.Conseguentemente l’A.P.R.M.M. formò, e forma ancora oggi, un autentico "Ordine Muratorio" (la Muratoria dei soli primi tre gradi) e non un semplice "Rito Muratorio" (La Muratoria degli alti gradi), dato il senso che gli studiosi attribuiscono, generalmente, a questi termini.Il Rito di Misraïm o di Egitto, secondo diversi studiosi di storia muratoria,fu fondato nel 1801 a Venezia dal Filalete Abraham. Ad ogni modo anche se le testimonianze sono indiscutibilmente rispettabili, tuttavia , le origini di questo Rito sono e rimangono molto misteriose. Infatti, ad un lettore attento non può sfuggire che, proprio in riferimento al fondatore sopracitato, si potrà rilevare, quale utile indicazione, che i Filaleti erano del Liberi Muratori provenienti dalla Francia e legati al Rito primitivo di Narbona e, che Abraham è il nome del noto patriarca ebreo e che questo Rito è impregnato di scienza kabbalisitca. Conseguentemente il Rito Misraïm, invece di essere sorto, ex novo, a Venezia sarebbe potuto nascere, invece, in altri luoghi.Ad ogni modo non si può ignorare del tutto quanto, su questo punto affermano, nelle loro opere alcuni celebri studiosi di storia muratoria i quali concordano che questo Rito ebbe una diffusione iniziale a Venezia e nelle isole ioniche. Infatti Thory su questo punto afferma: "...nel 1815 era assai diffuso a Venezia e nelle isole dello Ionio, prima della rivoluzione francese del 1789. Esistevano molti Capitoli in Abruzzo e nelle Puglie". Mentre Levesque, in uno scritto del 1821, testimonia: "...da cinque o sei anni questo Rito si è stabilito a Parigi. Proviene dall'Italia del sud ed ha una certa considerazione nelle isole Ionie e sulle rive dell'Adriatico. E` nato in Egitto". E` quindi evidente che questo Rito fu dapprima diffuso soprattutto in Italia, e a Napoli, ove un Capitolo R+C si trasformò nel Supremo Consiglio dei Grandi Ministri costituenti un Ordine Muratorio egizio, deliberando e rilasciando patenti anche a massoni francesi di alto livello.Sempre in questo periodo i Fratelli Bedarride, di religione ebraica, dopo aver ricevuto regolari trasmissioni iniziatiche muratorie (egizie) nella città di Milano, divennero nel contempo i principali diffusori del Rito, fino ad introdurlo in Francia, nel 1813. Subito dopo si ebbero ulteriori sviluppi tanto che furono aperte Logge e Capitoli in Belgio, in Svizzera ed in Irlanda.Jean Mallinger che studiò molto approfonditamente le origini del Rito di Misraïm, avendo avuto la possibilità di consultare numerosi antichi documenti, conferma che questo stesso Rito era praticato in Italia e nelle isole del mediterraneo prima del 1789 e che i suoi ultimi gradi venivano praticati in due forme diverse l’una dall’altra cioè: "una prima forma rituale era costituita da un regime filosofico-kabbalistico, praticato e diffuso dai Fratelli Bedarride;" "una seconda forma era costituita da un regime filosofico egizio-ellenico noto con il nome di "Regime di Napoli" (molto noti nel mondo muratorio anche con la denominazione "Arcana Arcanorum") condensato negli ultimi gradi dello stesso Rito." Malgrado i diversi eventi storici, tra cui la fusione di questo Rito con il Rito di Memphis, il Misraïm restò indipendente in Francia fino al 1902 per porsi, subito dopo, definitivamente in sonno.Deve essere però precisato che, dopo questa data, sembra che siano esistite delle possibili sopravvivenze in Belgio.Sempre in riferimento alle leggende delle origini, è possibile affermare, secondo le più attendibili ed accettabili teorie, che il Rito di Misraïm nacque a Napoli e quando la Massoneria declinò nei suoi contenuti esoterici per aprirsi al vento rivoluzionario, molti Fratelli emigrarono da Napoli verso i loro possedimenti sull'Adriatico, portando con se stessi consapevolezze e certezze iniziatiche.Da questi luoghi e da questi antichi tempi, come poi si potrà approfondire, avvennero possibili e conseguenti diffusioni. Secondo altri studiosi, come già detto, fu il Filalete Abraham, nel 1801, a ricostruire a Venezia la Loggia del Rito di Misraïm assonnata dopo l'occupazione austriaca; tale Loggia sarebbe esistita sin dal 1796. Il Fratello Abraham non sarebbe altro che il Barone Tassoni di Modena. Esiste, infine, una ulteriore ipotesi formulata da Robert Ambelain e Robert Cools, che fu Cagliostro a diffondere il Rito di Misraïm a Venezia. In conclusione sulle origini del Rito di Misraïm risulta attendibile che ebbe la sua origine in Italia o, perlomeno, in questo paese avvenne la sua prima diffusione, viste le affermazioni di questi e di altri autori. Ad ogni modo nel riassumere, brevemente e succintamente, la successione degli eventi storici che favorirono la comparsa di questo Rito si ritiene utile riportare che, fondamentalmente, due sono le versioni che gli storici ci riportano sulla nascita di questo Rito.Prima IpotesiIl Rito sarebbe stato portato nella Repubblica veneta agli inizi del XVIII° secolo poi, per alterne vicende, dalle isole joniche, precisamente dalla Loggia egiziana di Zante (di cui faceva parte anche Ugo Foscolo) approdò nel 1782 a Venezia. Immediatamente dopo, un gruppo di Fratelli Liberi Muratori (appartenenti alla comunità protestante anti trinitaria di Socino), membri della suddetta Loggia egiziana, ricevettero da Cagliostro (che a quei tempi soggiornava a Trento) un'altra iniziazione muratoria. Poco dopo sia Gad Bedarride sia suo figlio Marc ricevettero, proprio da queste Logge egiziane, le relative iniziazioni che, nello stesso periodo, integrarono con altre filiazioni, sempre provenienti dall'antica terra d'Egitto.Seconda IpotesiLa fornisce direttamente Marc Bedarride nel suo libro "L'Ordre Maconique de Misraïm", pubblicato a Parigi nel 1845 da Bérnard et Comp., in cui si prospetta tutta la genealogia che, a ritroso arriva fino ad Adamo.Per quanto ci riguarda, esaminate attentamente le differenti versioni fornite dalla storiografia contemporanea, ed alla luce dell'esperienza iniziatica proposta dal Nostro Venerabile Rito, si fa sempre più consistente la convinzione che sulle origini del Rito di Misraïm, con i possibili e dovuti correttivi, possono essere vere entrambe le ipotesi.Fatte le dovute premesse diamo finalmente avvio, sempre a seguito di un ulteriore confronto tra le diverse fonti e versioni, alla descrizione molto schematica e sintetizzata, degli eventi storici riguardanti l’origine e lo sviluppo del Rito di Misraïm.1747 Dall'Egitto e da Malta, attraverso l'opera iniziatica di illustri personaggi, tra i quali spicca l'opera di Raimondo di Sangro, Principe di San Severo, confluisce a Napoli una intensa attività di ricerca e di studio della Scienza Muratoria di Tradizione egizia.1782 Dalla Loggia egiziana di Zante si propaga a Venezia e nelle regioni limitrofe un sistema iniziatico muratorio avente spiccate caratteristiche rituali egiziane. In questo stesso anno, Marc Bedarride, sostiene che suo padre Gad ebbe la visita di un Iniziato egiziano di nome Ananiah il Saggio, dal quale ebbe sia il lignaggio sia i poteri di trasmissione di una Tradizione muratoria di provenienza egizia.1788/1801 Nasce a Venezia, grazie alle sinergie delle operose Logge muratorie egiziane, in parte promosse da Cagliostro ed in parte da Ananiah il Saggio e da Abraham (il Barone Tassoni di Modena), l'ORDINE EGIZIO DI MISRAïM.1804/1805 Il Rito Antico e Primitivo Egiziano di Misraïm da Venezia comincia a diffondersi in Lombardia. Nel 1805 Le Changeur fonda a Milano il Supremo Consiglio del Rito avente giurisdizione sui 90 gradi.1810/1813 Secondo le ipotesi più attendibili, nel 1813, i Fratelli Bedarride, Joly, Gaborria e Garcia ricevono a Napoli il potere di diffondere il Rito di Misraïm.1856 Il Rito di Misraïm, dopo alterne vicende, governato direttamente da Marc Bedarride, viene definitivamente assorbito dal Rito di Memphis. Tra il 1856 ed il 1870 rimangono, comunque attive, alcune obbedienze nazionali di questo Rito (vedi filiazione di Mallinger in Belgio) costituenti il deposito iniziatico denominato "Arcana Arcanorum". Gran parte di queste obbedienze rimaste attive vennero poi unificate in un unico Rito da Giuseppe Garibaldi.1881 Giuseppe Garibaldi, già Gran Maestro del Rito di Misraïm dal 1860, eletto Gran Hyerophante Generale nel 1881, in virtù dei suoi poteri sovrani unifica i due Riti di Memphis e di Misraïm che, sul piano formale, fino a quel tempo erano rimasti separati.Qui termina la nostra brevissima e succinta descrizione dei fatti sulla storia di questo Rito. Per quanto si riferisce, infine, per completezza di informazione si riporta di seguito la descrizione della Scala Filosofica dei gradi del Rito di Misraïm ricomprendenti 90 gradi di lavoro iniziatico suddivisi in 4 serie:Serie SIMBOLICA dal 1° al 33° grado Serie FILOSOFICA dal 34° al 66° grado Serie MISTICA dal 67° al 77° grado Serie CABALISTICA dal 78° al 90° grado STORIA DEL RITO di MEMPHIS o RITO ORIENTALESulle origini di questo Rito esistono molte leggende che si perdono nella notte dei tempi. Tuttavia è noto, agli studiosi di storia muratoria, che il Rito di Memphis trae storicamente le sue origini da gruppi di iniziati ispirantesi al movimento mistico e spiritualista della Rosa+Croce e da ermetisti esistiti prima della fondazione della stessa Gran Loggia di Inghilterra, nel 1717. Si elencano, di seguito, le fasi più significative della sua storia.1640 A questo periodo risale l’esistenza di un Rito muratorio composto di sette gradi in forma "egiziana" operante in Francia e, precisamente, ad Avignone.1773 Savallette de Lange, insieme a numerosi altri Fratelli Maestri, dopo aver fondato la Loggia "Les Amis reunis", il 23 Aprile 1771 a Parigi, crea l'Ordine Massonico dei Filaleti.1779 Il marchese Chef de Bien dopo aver risvegliato il Rito Primitivo di Narbona, (esistente già dal 1712) strinse relazioni con una Loggia degli Architetti Africani esistente a Parigi e di origine germanica. Il Rito di Narbona al suo risveglio prese il nome di Rito Primitivo dei Filadelfi e venne modellato su quello dei Filaleti di Parigi.1789 Samuele Honis diviene Gran Maestro della Gran Loggia dei Filadelfi.1798 In questo anno numerosi Ufficiali dell'armata napoleonica, durante la campagna d'Egitto, già appartenenti da una Loggia del Rito dei Filadelfi, fondarono una nuova Loggia. Successivamente questa stessa Loggia si unì con una Gran Loggia di Egitto (le cui origini si fanno derivare da un ramo di Rosa + Croce provenienti dal periodo di Costantino) strutturata in 70 gradi. E` generalmente accettato che in questo stesso periodo Napoleone sia stato iniziato nella Loggia "Isis", presieduta dal Generale Klebèr.Sulla Gran Loggia Egiziana, preesistente alla campagna napoleonica, si può dire, in breve, che la sua leggendaria esistenza si era conservata e sviluppata, con grande discrezione, all’interno di comunità egiziane di religione copta e non, indubbiamente, di religione mussulmana poiché, come è assai noto, i copti possono essere considerati come i naturali successori degli antichi Egizi. Di contro, gli egiziani attuali, essendo di origine araba, anche se giunsero in Egitto già dal 700/800 d. C. rimasero sempre molto distanti e, in alcuni periodi anche molto ostili, alla storia, alla cultura e alla religione dell’Antico Egitto.1814 Ritornati in Francia, molti Ufficiali già reduci della campagna napoleonica d'Egitto, fondarono a Montauban, in Francia, la Loggia "I Discepoli di Memphis". Questa, immediatamente dopo, diverrà la Loggia Madre dell'Antico Rito Orientale di Memphis. Tra i fondatori di questa straordinaria Officina troviamo l'Ufficiale, di origine italiana, Gabriel Mathieu Marconis de Negre (suo figlio diverrà poi suo erede e suo successore quale Sovrano Gran Maestro del il Rito di Memphis).1815 Con il ritorno in patria, alcuni ufficiali napoleonici costituirono a Montauban, in Francia, il 28 Maggio 1815, la Loggia Madre del Rito di Memphis eleggendo, come Gran Maestro Samuel Honis, cui successe il 21 Gennaio 1816 Gabriel Marconis de Negre. Sempre secondo quanto racconta, Jean Etienne Marconis, suo padre, Gabriel, ufficiale italiano dell'armata di napoleonica, fu iniziato durante la campagna d'Egitto alla Loggia Egiziana "Isis" e che, al suo ritorno in patria, fondò, insieme ai suoi compagni d'armi e Fratelli, nel 1798, una Loggia con spiccate caratteristiche rituali egiziane, dal titolo distintivo "I Discepoli di Memphis". Sempre su questa Loggia confluirono, e si integrarono molto presto, Fratelli che, negli anni precedenti al 1798, già operavano in Francia in Riti sempre di estrazione egiziana. Successivamente Jean Etienne Marconis, basandosi sui racconti del padre Gabriel e dei Fratelli di Loggia, di quest'ultimo, ricostruì il profilo, la sostanza e la storia (forse leggendaria) di un Rito che doveva raccogliere, in un unico corpo rituale, anche i moltissimi elementi, della tradizione iniziatica egiziana, presenti nella molteplicità dei Riti allora operanti. Il 25 Maggio di questo stesso anno, a seguito della intensa e produttiva attività muratoria svolta dalla Loggia "I Discepoli di Memphis" nasce l'Antico e Primitivo Rito Orientale di Memphis. Gran Maestro della Gran Loggia di questo Rito viene proclamato il Fratello Samuele Honis.1816 Il 21 Gennaio, succede a Samuele Honis, in qualità di Gran Maestro, il Fratello Gabriel M. Marconis de Negre ed il Rito assunse una scala rituale di 95 gradi.1816/1837 In questo periodo il Rito, con fasi alterne, passa da periodi di intensa attività muratoria a periodi di attività poco significativa, riesce comunque a sopravvivere.1838 Il 23 Marzo, Jean Etienne Marconis de Negre, ereditata dal padre Gabriel, assume la Gran Maestranza del Rito di Memphis. Subito dopo risveglia a riattiva questo Rito in Francia ed in Belgio.Per dare subito un'idea del messaggio iniziatico che il Rito di Memphis, sotto il Grande Magistero di J.E. Marconis, doveva offrire ai Liberi Muratori di tutti i tempi, usiamo le stesse parole che Marconis, nel suo libro "Le Sanctuarie di Memphis" (Paris chez Bruyer, 1849), usò per tracciare i principi fondamentali che dovevano costituire le articolazioni rituali del Rito di Memphis. "Il Rito massonico di Memphis è l'erede dei Misteri dell'antichità; esso educa gli uomini a rendere omaggio alla divinità; i suoi dogmi riposano sui principi dell'umanità; la sua missione è la conquista della saggezza che serve a discernere la verità; è l'aurora benefica dello sviluppo della ragione e dell'intelligenza; è il culto delle qualità del cuore umano e la condanna dei suoi vizi; è, infine, l'eco della tolleranza religiosa, l'unione di tutte le credenze, il legame fra tutti gli uomini, il simbolo delle soavi illusioni della speranza che predica la fede in Dio che salva, e la carità che fa benedire".Dunque Jean Etienne Merconis, nell'utilizzare insegnamenti e lignaggi iniziatici di derivazione egiziana, creò il 23 Marzo 1838, a Parigi, la Loggia.I 95 gradi del Nostro Venerabile Rito devono considerarsi come le fasi di un progetto o, meglio, le tappe di un viaggio nel profondo del proprio essere che, prevedendo innumerevoli possibilità di percorso dovrà essere orientato, sempre e comunque, verso un’unica meta: il compimento della Grande Opera. Il Corpus rituale dell'A.P.R.M.M. deve essere considerato, nella sua complessa unità strutturale, come un deposito di gradi muratori che, per singolari vicende, sono poco praticati nei contesti muratori contemporanei.Per una giusta valutazione dei valori iniziatici che si presentano ai Fratelli Maestri Liberi Muratori, durante il loro percorso iniziatico nelle Camere Rituali dell’A.P.R.M.M., sarebbe fuorviante attribuire a questi stessi gradi di lavoro muratorio, maggiore o minor valore; un simile atteggiamento mentale porterebbe l'iniziato a perdere, senza alcun dubbio, l'orientamento o quanto meno ad uno spreco di una notevole e preziosa parte del suo tempo. Per maggiore chiarezza, nel Nostro Venerabile Rito, non esiste maggiore o minore peso dirigenziale ed amministrativo di ciascun Corpo Rituale sull’altro. Per una giusta lettura dell’esperienza iniziatica che ciascun Libero Muratore può sperimentare nell’A.P.R.M.M., è indispensabile affermare che la posizione d’ordine sequenziale, occupata da ciascuna camera nella collocazione numerale della Scala Filosofica, non significa affatto che gli insegnamenti impartiti, nelle Camere poste all’ingresso nel Nostro Ven. Rito, abbiano minor valore e minor peso di quelli che, invece, saranno impartiti nella Camere rituali poste al termine dello stesso itinerario iniziatico.In buona sostanza se il numero che rappresenta un dato Corpo Rituale può rappresentare, in se e per se, valori numerici a carattere simbolico, non rappresenta invece, in alcun modo, dei poteri amministrativi che invece vengono esercitati, come si potrà vedere, solo ed esclusivamente da alcuni e specifici organi. A seguito di quanto premesso è possibile, a questo punto, dare avvio alla descrizione breve della struttura rituale operativa del Nostro Venerabile Rito che, per un primo orientamento di lettura e di comprensione sui significati che ciascun corpo rituale rappresenta, possiamo dire che questa si articola in 4 Sezioni: la Sezione Simbolica, la Sezione Filosofico-Cabalistica, la Sezione Gnostico-Ermetica e la Sezione Alchemico-Ermetica.Ogni sezione a sua volta, oltre ad avere una sua specifica caratteristica e funzione particolare, è composta da uno o più Corpi Rituali (gradi o camere) di cui, alcuni prevedono la pratica rituale, mentre altri, poiché sono trasmessi per procedura rituale semplificata, solo lo studio delle tematiche specifiche. SEZIONE SIMBOLICA E` composta da Corpi Rituali denominati Logge. Compito di questa sezione è lo studio e la pratica dei primi tre gradi della Libera Muratoria Universale: Apprendista, Compagno e Maestro. Attualmente per protocollo di intesa il Nostro Venerabile Rito pratica la Sezione Simbolica, in seno alla Comunione Muratoria del Grande Oriente d'Italia, Palazzo Giustiniani. SEZIONE FILOSOFICO-CABALISTICA Questa sezione è composta da 30 Camere Rituali di cui 9 vengono ritualmente praticate, mentre le altre prevedono solamente il conferimento del grado attraverso una procedura rituale semplificata. Le 9 Camere praticate sono: 4° : Collegio dei MAESTRI DISCRETI 7° : Capitolo dei SUBLIMI MAESTRI, GRANDI ELETTI, CAVALIERI DELLA VOLTA di PERFEZIONE 8° : Capitolo dei CAVALIERI DELLA SPADA 9° : Capitolo dei CAVALIERI ELETTI DEI IX, SUBLIMI MINERVALI 11° : Senato dei CAVALIERI DELL'AQUILA E DEL PELLICANO PRINCIPI ROSA + CROCE 16° : Senato dei CAVALIERI DEL SOLE, SAGGI DELLA VERITA', PRINCIPI ADEPTI 21° : Senato dei SUPREMI COMMENDATORI DEGLI ASTRI 29° : Senato dei GRANDI SCOZZESI di S. ANDREA, CAVALIERI BENEFICENTI DELLA CITTÀ SANTA 30° : Aeropago dei CAVALIERI DELL'AQUILA BIANCA E NERA, CAVALIERI KADOSCH 33° : Supremo Consiglio dei SOVRANI GRANDI ISPETTORI GENERALI, dotato, per Delega del Grande Magistero, di poteri iniziatici ed amministrativi. SEZIONE GNOSTICO - ERMETICA Questa sezione è composta da 38 Camere Rituali. Di essa viene praticato solamente il 66° grado: il Grande Concistoro dei PATRIARCHI GRANDI CONSACRATORI. Gli insegnamenti iniziatici di questa Sezione, e più specificamente del 66° grado, fondano il loro programma di studi sulla Gnosi classica e sulle sue derivazioni. Gli argomenti più studiati, negli ambiti rituali di questo grado, riguardano principalmente:la preesistenza delle anime rispetto alla vita terrena;la discesa nelle loro forme carnali;l’abbandono conseguente del PLEROMA (mondo superiore e soprasensibile) per il KENOMA (mondo inferiore della forma) ed, in seguito, sulla possibilità della risalita verso lo stesso PLEROMA; l’esistenza postuma dell’uomo, evocata nella simbologia rituale muratoria con l'espressione "ORIENTE ETERNO".Lo studio di questi temi è affrontato per mezzo dell’esame dei contenuti simbolici e dei miti provenienti da antiche discipline tradizionali, come ad esempio, la Gnosi alessandrina e la Kabbalah ebraica. SEZIONE ALCHEMICO - ERMETICA La sezione alchemico-ermetica rappresenta la fase conclusiva dell'iter iniziatico che i Fratelli Maestri hanno compiuto - quali operai della Regia Arte- nei deambulatori tradizionali e misterici dei quali l'Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm è depositario. In questa sezione, composta da 24 Corpi Rituali, vengono praticati ritualmente: 90° grado: Grande Consiglio dei SOVRANI PRINCIPI, SUBLIMI PATRIARCHI, MAESTRI DELLA GRANDE OPERA (ivi compresi i gradi della Scala di Napoli o Arcana Arcanorum). 91° grado: Gran Tribunale dei SOVRANI PRINCIPI, GRANDI DIFENSORI DELL'ORDINE E DEL RITO. 94° grado: Gran Tempio Mistico dei SUBLIMI PATRIARCHI PRINCIPI di MEMPHIS. 95° grado: Sovrano Santuario dei SUBLIMI PATRIARCHI GRANDI CONSERVATORI DELL'ORDINE, che esercita il massimo dei poteri iniziatici ed amministrativi nel governo dell’A.P.R.M.M. 97° Grado: SOVRANO GRAN MAESTRO, GRAN COMMENDATORE, GRAN HYEROPHANTE GENERALE DELL'ANTICO E PRIMITIVO RITO di MEMPHIS E MISRAïM, che presiede i lavori del Sovrano santuario Italiano e ne promulga, con Decreto Magistrale, atti e decisioni. TITOLI IN USO NELL'ANTICO E PRIMITIVO RITO di MEMPHIS E MISRAïMIn relazione a quanto in precedenza è stato affermato, circa i possibili itinerari iniziatici che ogni singolo Maestro Libero Muratore può sperimentare in ciascuna Camera Rituale (o Corpo Rituale) si è visto che in ciascuna di queste vengono assegnati dei titoli onorifici che, ad una prima lettura, possono apparire, oltre che altisonanti, anche un poco fuori del tempo.In realtà detti titoli hanno il duplice scopo di "rammentare" e di "stimolare", a tutti Maestri Liberi Muratori che ritualmente hanno ricevuto detti titoli, di evocare e accrescere, in loro stessi, tutte quelle virtù morali e spirituali che questi stessi titoli, ogni volta che vengono nominati, immancabilmente suscitano e rappresentano.Sempre sulle capacità, sul potere e sulla forza delle parole, che in qualsiasi modo possono esercitare sui singoli Iniziati, è importante ribadire che nei contesti iniziatici muratori, rappresentati dall’A.P.R.M.M., i titoli "molto importanti" sono assegnati, solo ed esclusivamente, con il fine di ricordare agli Iniziati tutte le loro "superiori facoltà" umane, che, anche se latenti, ogni volta che vengono ritualmente evocate possono produrre tutti i loro benefici effetti. Il REALE SEGRETO, il vero SEGRETO MURATORIO, è legato proprio all'azione che ciascun Libero Muratore, nell’assumere totalmente ed integralmente le qualità superiori corrispondenti ai "titoli" iniziatici ricevuti, anche successivamente, nel momento in cui avverrà il suo passaggio all’Oriente Eterno, non perderà più i valori morali e spirituali che nei piani visibili ha ottenuto e portato a compimento.Conseguentemente i Maestri Liberi Muratori, passati oltre il velo del visibile (o mondo della forma e della materia) nel divenire Adepti del Grande ed unico Tempio Universale ed Eterno, divengono le maglie viventi dell’invisibile catena dei Maestri Filosofi Incogniti che, tramite la loro vigile e benefica "azione misteriosa" sostengono e tutelano l'umano ed eterno divino divenire.I titoli, o attributi sacrali, che istituzionalmente e ritualmente sono assegnati ai Fratelli Maestri non devono essere considerati, pertanto, i vuoti gusci delle effimere e impotenti vanità umane ma rappresentano, invece, le più elevate e sublimi qualità spirituali dell’Umana divina creatura.Dunque nell’Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm i titoli: Rispettabile, Venerabile, Potente, Illustre, Perfetto, Sublime, Serenissimo, assumono, esclusivamente e tradizionalmente i seguenti significati. RISPETTABILE Colui che assume questo titolo è consapevole che il "rispetto" (dal latino "respecuts", che designa qualsiasi sguardo gettato indietro) è il riconoscimento della dignità propria o altrui. Da ciò consegue che ogni parola ed azione di colui che è rispettabile è fondata su questo riconoscimento. Democrito fondò il principio dell'etica proprio sul "rispetto", sostenendo: "Non devi aver rispetto per gli altri uomini più che per te stesso, nè agir male quando nessuno lo sappia più che quando tutti lo sappiano; ma devi avere per te stesso il massimo rispetto ed imporre alla tua anima questa legge: NON FARE CIO' CHE NON SI DEVE FARE. Dunque il Maestro che diviene "rispettabile" deve comprendere e mettere in pratica i principi del rispetto reciproco e della giustizia, ingredienti fondamentali dell’Arte politica, cioè dell'Arte del vivere insieme.VENERABILEPersona o cosa degna di venerazione, perché simbolo di valore incontestabilmente e universalmente accettabile come modello ideale di vita o di pensiero. Venerabile è il titolo che viene assunto dal Maestro Libero Muratore che presiede l'Officina muratoria, in quanto egli rappresenta la Luce della Saggezza che la Tradizione muratoria gli conferisce nell'esercizio delle sue funzioni. POTENTE Colui che possiede la forza e la capacità di compiere una trasmutazione qualsiasi in se stesso e da se stesso. ILLUSTRED al Latino "illustris", significa che la persona o la cosa illustre porta con sè la luce e la irradia, illuminando a sua volta, gli altri copri ancora immersi nell'oscurità. PERFETTO Dal latino "perfectus", significa terminato, compiuto.SUBLIMESublimazione, è un termine che ha anche un valore scientifico significa il passaggio diretto dallo stato solido a quello gassoso senza passare attraverso la fase intermedia dello stato liquido. Conseguentemente per sublime si intende colui che possiede la facoltà di passare, senza trauma, dal piano di esistenza umano, il quaternario, al piano divino, spirituale, e viceversa.SERENISSIMODal latino "serenus", ovvero "serum", che ha per radice lontana "serenum", significa "secco", privo di umidità. Indica lo status mentale dell'iniziato che, divenuto Adepto, percorre, nel suo divenire, la Via secca, la Via rapida, ma estremamente dannosa per coloro che non sono sufficientemente pronti, è la Via dell'audacia. CALENDARIO SACROLa tradizione Muratoria classica fa partire la sua cronologia sacra dall'Anno della Creazione del Mondo che, secondo la Genesi e i computi Giudeo-Cristiani, risale a 4000 anni precedenti quelli della nostra era. Ad esempio per datare l'anno 2001, secondo l'uso corrente nel sistema muratorio contemporaneo, esistono due sistemi di datazione:I SistemaSi aggiungono alla cifra 2001 le lettere " E.V." , "Era Volgare" (dal latino 'vulgaris' o 'vulgo', che in italiano significa 'pubblico' 'comune a tutti', cioè ad iniziati e non iniziati).II SistemaSi aggiunge alla cifra 2001 la cifra 4000 (indica gli anni precedenti la nostra era) raggiungendo il totale 6001, indicando il tempo trascorso "dalla creazione del mondo". La tradizione muratoria propria dell'A.P.R.M.M. desiderosa di mostrare, se non l'eternità dell'Universo, almeno l'Eternità dell'attività divina nel corso della quale gli Universi si succedono agli universi e le Creazioni alle Creazioni, utilizza anch’essa due modalità di datazione.La prima antepone, alla data del tempo profano, la dicitura "nell'Anno 000.000.000 della Vera Luce e 3 Febbraio 2001 E. V. . I nove zeri sono il simbolo, matematicamente rappresentato, della LUCE ETERNA, poiché lo zero è il simbolo che permette a tutti i numeri di moltiplicarsi all'infinito.La seconda, utilizzata nella documentazione ufficiale dell'A.P.R.M.M. fa iniziare la propria cronologia dall'anno 1292 a.C., data dell'avvento al trono di Ramsete II°, primo grande Re della ventesima dinastia ed ultimo dei grandi Faraoni, creatore dei famosi Templi di Abu Simbel.Ad esempio per datare "3 Febbraio 2001" si procede come segue: si aggiunge a 2001 il numero 1292 e l'anno 2001 diventa l'Anno Sacro 3293, mentre il giorno e il mese divengono, secondo il Calendario Egizio: il giorno nono del mese di Mekhein.
Iniziazione antica.