22 aprile 2013

- La Musica non racconta storie, essa semplicemente è!




Maestro Venerabile,
 sono onorato di poter tracciare una tavola in occasione della celebrazione del 55° anno di vita e di ‘armonico lavoro’ della nostra Officina, in  nome dell’universalità della nostra Istituzione vorrei inoltre ricordare con questo lavoro il fratello Sergio Fiorentino.
Le mie riflessioni riguarderanno un linguaggio potente e penetrante che si intreccia secondo il mio parere con il nostro percorso di ricerca esoterica in modo indissolubile; la Musica!
 ‘La Musica non racconta storie, essa semplicemente è!’, affermava il grande Direttore Leonard Bernstein; è il modo in cui ci fa sentire quando l’ascoltiamo,  rendendo impossibile la descrizione dello stato di vibrazione magica nella quale si libera, manifestandosi, la nostra parte più profonda.
Il ‘Silenzio’, è il primo stato necessario da raggiungere, sia per l’ascoltatore che per l’esecutore, per la predisposizione e la successiva assimilazione del flusso sonoro che nasce dalla nostra natura primordiale. Questo stato è perfettamente identico al Silenzio e all’introspezione dell’Apprendista per l’inizio della comprensione del Cosmo racchiuso nell’infinità del Tempio.
La Musica è il prototipo di tutte le forze presenti in questo Cosmo, è il linguaggio ermafrodito  che lega il Cielo e la Terra in un’unica trama armonica, racchiude in sé la sintesi di elementi profondamente antitetici; le prime testimonianze sul suo ruolo nel mondo ci vengono date dai miti della creazione e del conseguente ‘chiarore’.

 Secondo alcuni popoli primitivi questo chiarore era richiamato dal canto di un Gallo Divino.
Essa si colloca tra le tenebre e la ‘luce del primo giorno’, tra l’oscurità della vita inconscia e quella luminosa della rappresentazione intellettuale, è per l’uomo una possibilità!
La stessa simbolica possibilità che cerca il recipiendario nell’iniziazione, nella visione del proprio V.I.T.R.I.O.L. e del conseguente urto con se stesso e del proprio Caos; nel Gabinetto di Riflessione ritroviamo il canto di quel Gallo Divino che annuncia all’uomo la probabile fine della notte attraverso la Vigilanza e la Perseveranza.
Il ‘perfezionamento musicale dell’uomo’, diventa un processo senza fine sostenuto dal dubbio e caratterizzato dalla lettura del mondo interno ed esterno attraverso i simboli presenti in Loggia. Nella mia visione la Massoneria e la Musica sono per molti versi simili e si alimentano l’una con l’altra.
Pensiamo ad un’orchestra e alle linee melodiche dei singoli strumenti, ogni uno ha la sua linea indipendente, ma legata indissolubilmente alle altre e all’idea del tutto; l’orchestra infatti ha un unico suono e respiro; tutti ‘viaggiano’ attraverso le linee architettoniche che consapevolmente sono state tracciate dal compositore.
Cosa sarebbe il singolo senza la ‘risonanza’ dell’altro?
Un Libero Muratore da solo non sarebbe tale se accanto a lui non ci fossero i Fratelli, verrebbe a mancare la stessa idea di Massoneria svuotata del suo valore fondamentale e cioè della  Vera Fratellanza. Il Vincolo che lega le note, i simboli e i Liberi Muratori, è la Forza dell’Armonia, che nella speculazione interiore, traccia la strada ideale da seguire e che in questo legame profondo ci rende liberi.

Ma dove risiede la vera essenza della Musica?

Ritorno ad una delle rappresentazioni ancestrali che l’uomo le dà con il mito della creazione  della ‘materia’ avvenuta attraverso la vibrazione del nulla.
Questa vibrazione, diventa la manifestazione dell’unità assoluta che risiede celata in noi, è la musica quindi il primo collegamento diretto pensato dall’uomo per ritornare ad essa; nel corso della storia questo ‘Collegamento’ è stato codificato e regolato da leggi precise, il ‘fenomeno acustico’ si è strutturato all’interno di una metrica musicale.
Le sette note sono i pilastri sicuri, le fondamenta per edificare templi musicali e spirituali; tra l’altro la notazione attuale è dovuta alla codificazione, avvenuta nel XII secolo, di Guido D’Arezzo  che estrapolò da un canto a S. Giovanni, legato simbolicamente alla nostra Istituzione, le sillabe iniziali  dalle prime sette frasi,  corrispondenti alla scala musicale.

Per la ricerca ed il ritorno all’unità primordiale, non bastano le sette note, in quell’unità c’è lo sguardo verso la volta stellata; la verità?

Il significato esoterico della musica può condurre alla ricerca ciò che và oltre ripercorrendo il ‘viaggio’ della creazione al contrario verso l’infinito.

In questo viaggio ogn’uno potrà ricercare la propria ‘Ottava Nota’!

Maestro Venerabile, prima di lasciare spazio alla Musica e continuare la Tavola con il suono del pianoforte, introduco la composizione che mi accingo ad interpretare.

Essa è stata concepita da F.Liszt, uno dei più grandi geni del Romanticismo Musicale ed Iniziato nella nostra Istituzione nel 1841;  è intitolata ‘Après une lecture du Dante-Fantasia quasi Sonata’ ed ispirata ad un poema di V.Hugo legato della Divina Commedia.

L’incipit del brano e la discesa agli Inferi, è caratterizzato dalla tonalità di Re minore utilizzata anche da altri compositori per rappresentare la morte e da note che formano un intervallo definito nel Medioevo Diabolus in Musica, questo intervallo sarà sempre presente nel viaggio musicale, fino all’ultima fase, dove al cospetto della Luce, l’uomo porterà dentro di sé la sua origine.


L.R.


 Ascolto consigliato:

F.Liszt - ‘Après une lecture du Dante-Fantasia quasi Sonata’, Pianista Claudio Arrau.

I Parte:
II Parte: