28 aprile 2014

- L'uomo: da officina di pensiero a fabbrica delle scelte.


II tema di questo anno come, stabilito dal Presidente ad inizio mandato, e l'armonia, tema fondamentale soprattutto nel nostro ordine iniziatico che pone la centralità dell'afflato tra fratelli nelle proprie attività e nei propri lavori. Minata a più non posso tutti i giorni l'armonia tra le persone e una delle condizioni più difficili da mantenere salde in quanto spesso preda di una serie di egoismi che non rispondendo più a leggi naturali fraterne annulla quella concordia che risponde alle leggi universali. Quando si parla di armonia non si può non far riferimento all'armonia musicale, alla sua bellezza che, quando ben strutturata, si incastona a perfezione nell'ambito universale insieme alle discipline altrettanto universali come la geometria la matematica, ma, come queste discipline, deve assolutamente rispondere ai dettami della perfezione sintattica, altrimenti, anche qualora ne fosse minimamente alterato l'equilibrio, risulterebbe nettamente al contrario antiestetica e repulsiva. Quindi considerando come assioma che la disarmonia e dettata dall'egoismo, l'armonia e dettata, di contro, dall'altruismo? Non e proprio cosi l'armonia e equilibrio e legata alla legge ben definita di "Non fare agli altri ciò che non vorresti che a te sia fatto" che non e proprio lo spogliarsi dei propri beni e regalarli agli altri ma il rispetto della persona che ci sta accanto come se fosse, appunto, un fratello, cioè carne della nostra carne, anima della nostra anima e spirito del nostro spirito che noi rievochiamo con la catena di unione. Quello che ci dobbiamo chiedere e : "Perché e cosi difficile comportarci da fratelli? Perché non riusciamo ad aprirci, ad accogliere il vicino a fare in modo che ci si aiuti a vicenda, ho letto un concetto un po' originale per i nostri tempi che mi e costato un po' di minuti per comprenderlo appieno ed apprezzarlo: "la più alta forma di altruismo e dare la possibilità agli altri di aiutarci" sembra ridondante, un paradosso ma l'arroganza e figlia dell'egoismo, vuol dire io sono migliore di te, non ho bisogno del tuo aiuto io non mi sottometto per chiederti aiuto! Quante volte il genitore ha avvertito questa sensazione di frustrazione quando un figlio si e comportato in questo modo? ”Cosa devo fare per amare il mio prossimo?” chiese il discepolo al Maestro.
“Smetti di odiare te stesso” gli rispose il maestro.
Scelta complicata non odiare più se stesso, che non vuol dire accaparrarsi beni terreni per vivere felice o sereno ma vuol dire scegliere di essere ripagati con un'altra moneta ricevere e dare amore. Quindi si sceglie: si sceglie di vivere votato verso l'amore o verso l'egoismo, verso il bene o verso il male verso il bianco o verso il nero, si sceglie una società di giusti o di iniqui. L'uomo può essere identificato come una "Fabbrica delle scelte", la di cui vita e completamente definita da scelte e la risultanza di tutte le scelte operate e proprio quell'uomo che noi riusciamo a discriminare, a distinguere l'uno da un altro, e un risultato empatico, armonico amabile e amato o il suo contrario, e l'uomo. II libero arbitrio e una preziosa condizione sicuramente sottovalutata, che ci permette, senza nessun legaccio di sorta, di operare una scelta anziché un'altra. II libero arbitrio, pero, e una condizione insidiosa, e il presupposto per maturare o regredire, ci fa aiutare gli altri o ci rende egoisti, ci fa diventare grandi uomini o persone chiuse al mondo esclusivamente interessati alla propria personale sfera vitale, ben attenti che nessuno la invada, oppure sinceri fratelli. Nessuna altra entità nell'universo possiede il libero arbitrio al di fuori dell'uomo, per esempio la luna non può decidere una rivoluzione intorno alla terra diversa da quella che svolge naturalmente da milioni di anni, gli ovini non hanno la possibilità di scegliere se mangiare l'erba o la carne, gli alberi non possono scegliere se perdere o no le foglie in autunno e rigenerarsi in primavera.
II momento della scelta, in generale, e un momento magico in cui tutte le forze, le convinzioni, le ideologie che si sono fatte proprie, le esperienze, l'entusiasmo concorrono ad un risultato che può essere illuminante, dare uno scopo alla propria vita o può costare caro e bene lo potrebbero testimoniare i tanti eretici che spesso hanno sacrificato la propria vita per un'idea sulla cui base posava la scelta fatale. Perché inserire gli eretici in questo contesto? Perché la parola "scelta" e presente nell'etimologia della parola "eresia". La parola eresia deriva dal greco αἵρεσις , derivato a sua volta dal verbo αἱρέω ( "afferrare", "prendere" ma anche "scegliere" o eleggere"). L'eretico non sarebbe altro che una persona che sceglie, in contrapposizione con coloro che non scelgono, cioè chi accetta supinamente, soprattutto i dogmi, nelle speculazioni religiose. II rifiuto del dogma, e alla
base dell'azione dell'Eretico. Essere eretici non significa, tuttavia, opporsi necessariamente all'eventuale dogma, ma vuol dire rivendicare la liberta di avere un punto di vista critico e consapevole e un confronto continuo tra opposti trovando una eventuale sintesi. II dogma si potrebbe anche alla fine accettare, ma non incondizionatamente, solo dopo un'analisi critica, si accetterebbe consapevolmente e non sarebbe stato recepito per imposizione o per pigra convenzione sic et simpliciter. Per essere presente una eresia, intesa, quindi, come scelta diversa dalla consuetudine, deve anche esistere una ideologia o una ideologia usata strumentalmente come quella religiosa nel passato, per cui ne deriva che, di un'ideologia si può esserne in disaccordo pur rispettando le persone che la condividono, ma l'ideologia falsa e strumentale e decisamente combattuta sicuramente da tutti gli illuminati e da tutti gli onesti e i liberi pensatori. Gli eretici condannati, bruciati vivi, fino al 1621 (dopo questa data si abbandono questo tipo di cruenta condanna) se ne possono contare un migliaio riconosciuti storicamente divisi in : valdesi, Luterani, anabattisti, protestanti, apostasi (Giovanna d'Arco), riformatori (Savonarola), mennoiti, antitrinitari, millenaristi una vera strage per difendere le posizioni di potere conquistate negli anni. Giordano Bruno, per esempio, e stato uno degli esempi più significativi di eretico positivi. Era un illuminato e, come tale, non poteva esimersi dal condannare il filone legato strettamente al potere terreno della Chiesa che rispondeva a dettami completamente diversi da quelli primigeni, era un grande religioso che considerava l'entita suprema come fine ultimo della condizione terrena di un uomo, a cui poteva giungere autonomamente, anche senza l'aiuto della Chiesa a differenza del pensiero concepito all'epoca, in quanto Io spirito divino e in ognuno di noi e quindi sta a noi saperlo ricercare e addivenire alla "luce", anche senza l'intercessione della casta religiosa che, in questo modo, veniva a perdere una larga fetta di potere. G. Bruno perde la vita per un'ideologia. AI contrario Tommaso Campanella, non proprio per un'ideologia ma per una serie di suoi scritti, che fu imprigionato nello stesso periodo di G. Bruno, ha un comportamento completamente diverso da quello di Bruno, fa di tutto per essere liberato fino a fingersi pazzo pur di non essere giustiziato.
Campanella ricorda nella "Citta del sole", opera di carattere utopico in cui descriveva una citta ideale utopica governata dal Metafisico, anche le sue terribili torture subite, proprio nelle ultime parole dell'opera "Ma non trattenetemi oltre che ho da fare: Sai bene che ho gran fretta. Continuerò un'altra volta. Sappi solo questo ancora: che essi credono sommamente al libero arbitrio e sostengono che se dopo un supplizio di 40 ore un uomo non si convince a parlare se ha deciso di tacere neanche l'influsso degli astri può forzarlo" Tommaso Campanella si salva grazie a uno stratagemma.
Giusto per dovere di completezza aggiungerei un altro grande personaggio sempre del periodo e sempre sospettato di eresie accusato di voler sovvertire la filosofia naturale aristotelica e le Sacre Scritture, Galileo Galilei, che, a sua volta, pur di potere continuare i suoi studi e i suoi esperimenti dovette far appello all'abiura, altra scelta diversa dai primi due.
Galileo Galilei si salva attraverso un pensiero ragionato. La liberta arbitraria dei tre personaggi su descritti ha fatto in modo di apportare degli importanti cambiamenti nelle conoscenze scientifiche; immaginate se Galileo Galilei avesse scelto di sacrificarsi o che Bruno avesse optato per l'abiura.. chissà dopo quanti anni avremmo fatto le scoperte galileiane e forse Giordano Bruno non sarebbe altro che uno dei tanti pensatori dimenticati nei meandri della storia. Tornando un po' indietro nel tempo con Erasmo da Rotterdam la teoria sul libero arbitrio diventa un importante tema di discussione ad altissimo livello addirittura vedeva contendenti lo stesso Erasmo contro Martin Lutero, esaminando la problematica attraverso due trattati il "De libero arbitrio "di Erasmo e "II servo arbitrio" di Lutero. II concetto di Erasmo parte da un considerazione di base : "Nascita sviluppo e esito finale". Di cui il primo e ultimo elemento riguardavano "la Grazia" e il centro era questo il percorso che poi faceva sfociare l'anima di un essere umano verso la Grazia o verso la perdizione, era guidato proprio dal libero arbitrio cioè quell'elemento che rende la vita di un uomo significativa, al contrario di ciò che affermava Lutero che tutto era guidato da Dio e quindi con una accezione prettamente predeterminata era il destino già scritto che guidava la vita di ogni uomo. Le scelte “tout court” vanno cosi a configurarsi in un ambito universale come un elemento importante dell'armonia. L'armonia, sia ben inteso, per esprimersi al meglio, ha bisogno di elementi disuguali, ma non per questo contrari. L'armonia si esprime al meglio in un ambito complementare che bene viene enucleato nell'ambito musicale in cui le sette note, che possono sembrare poche ma che nelle diverse combinazioni aumentano esponenzialmente il loro numero, nella sequenza armonica una nota che e in armonia in un particolare contesto con un'altra risulta completamente dissonante in una determinata tonalità ma, invece, completamente in sintonia con la stessa nota in un'altra tonalità ancora. Nei gruppi sociali avviene ne più ne meno la stessa cosa una persona in un determinato momento risulta in armonia con un altro, mentre in un altra occasione a distanza di qualche tempo risulta in completa dissonanza. Mentre le note rispondono a un disegno definito dal compositore, l'uomo risponde a un disegno tracciato dalla volontà umana in cui si può scegliere di essere tolleranti o indisporre, di accettare la provocazione o comprenderne la ragione. Bene, detta cosi potrebbe essere anche abbastanza semplice se non ci fossero gli altri liberi arbitri delle altre persone agenti con i due contendenti, per cui, come nella musica, non si tratta di fare un intervallo armonico consonante con due sole note, ma bisogna fare ciò che in musica si definisce accordo. Gli accordi, per stare bene in sequenza devono seguire comunque una melodia il tema tracciato che se e comune Io schema melodico funziona ma, se il tema, in altre parole l'obiettivo e diverso un accordo che poteva essere consonante con una melodia risulta dissonante con un'altra suonata contemporaneamente, fuori da metafora, e la divergenza dei fini che crea quella disarmonia di cui tanto soffriamo nel mondo moderno che dobbiamo cercare di debellare. In parole povere, se io lavoro per produrre e far crescere l'azienda nella quale svolgo il mio compito e un altro lavora solo per portare a casa lo stipendio impegnandosi il meno possibile, siamo completamente divergenti e quindi difficilmente armonici, non seguiamo lo stesso disegno melodico di cui sopra, se, invece, siamo due persone che hanno lo stesso obiettivo, possiamo essere d'accordo e complementari raggiungendo insieme e meglio l'obiettivo comune senza conseguenze non intenzionali, evitando l'eterogenesi dei fini teorizzata da Della Porta o altri tipi di inquinamenti devianti.
Si potrebbe obiettare cosa centra tutto cioè con l'esoterismo e la massoneria? Gli obiettivi comuni, la linea melodica, quella traccia che fa in modo che ognuno scelga, secondo il proprio punto di vista, di apportare un contributo alla causa, di pensare e fare il bene per l'umanità, anche eventualmente a discapito del proprio e di ricercare il proprio miglioramento, e l'energia comune il fil rouge, la melodia comune che, seguendola tutti, anche nella molteplicità di idee e di ottiche diverse, produce quella consonante armonia cui tanto aspiriamo ci fa sentire uniti ci fa sentire uomini ci fa sentire fratelli.
M. B.



Note:
1 Gli Anabattisti non usarono mai questo nome per definirsi credenti, tra loro si chiamavano semplicemente "Fratelli in Cristo" o "Fratelli". II termine "anabattista" fu coniato dai loro nemici con intento mistificante: quando gli "anabattisti" battezzavano i credenti, non intendevano, infatti, "ribattezzare", perché per loro il battesimo dei neonati, un battesimo ricevuto per volontà altrui e per interposta persona, era nullo.

2 I Mennoniti costituiscono la più numerosa delle chiese anabattiste. Devono il loro nome a Menno Simons (1496-1561), che assicurò, riorganizzandoli, la sopravvivenza degli anabattisti olandesi dopo che questi stavano attraversando un periodo di gravissima crisi, in seguito agli eventi di Milinster (1535). Ad oggi si contano più di un milione e mezzo di mennoniti nel mondo, soprattutto negli Stati Uniti, sulle coste caraibiche in Honduras, in Paraguay (soprattutto tra i discendenti degli immigrati tedeschi), in Canada, in Africa e in India.

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